«Stazione, il parcheggio vuoto
e la ressa di auto in divieto» - Foto

Non solo tassisti abusivi, c’è anche chi lascia l’auto in divieto di sosta in attesa del parente che scende dal treno. Lo racconta, con ironia, un lettore che ha scritto al nostro sito web.

«Gentile redazione – scrive allegando due foto – leggo l’articolo riguardante le situazioni di illegalità che hanno luogo sul piazzale antistante la stazione e mi decido ad aggiungere, come un piccolo tassello, l’esperienza vissuta la scorsa settimana. Martedì sera mio figlio era di rientro, intorno alle 22, con i compagni di classe dalla gita scolastica di tre giorni. Mi sono recato in stazione in auto, al termine di un’altra giornata impegnativa di un periodo impegnativo. Nonostante la stanchezza e il pensiero di recarmi in città, mi confortava sapere che esiste la possibilità di posteggiare agevolmente e con il quarto d’ora di sosta “kiss & ride” gratis».

«Arrivando da viale Giulio Cesare, mi ci è voluto un attimo di apprensione per escludere l’accesso alle (affollate) corsie riservate ai mezzi pubblici, presto compensato dall’indicazione “P” posta in corrispondenza della rotatoria. Sarebbe bello soffermarsi un momento a cercare un aggettivo per descrivere le rispettive condizioni di traffico dei due luoghi, dei quali allego foto scarse in qualità, ma ricche di significato. Nel sottopassaggio della stazione scoprivo di essere l’unico genitore presente: “Vuoi vedere che sono diventato un padre apprensivo?”. Ma poi, all’uscita, ecco la risposta: diversi genitori, apprensivi per altri motivi, vegliavano le proprie automobili posteggiate in sosta vietata nelle corsie e nei posteggi riservati!».

«Nessuna attività illegale, rispetto a quanto riportato dall’articolo odierno; si tratta tuttavia di episodi espressione di un’educazione civica lacunosa, per cui il singolo spesso presume di poter declinare e interpretare le regole per sé. Come se il mancato rispetto di uno non incidesse sul benessere di tutti. Come concludere? Magari così: è sempre un piacere sapere di avere rispettato una regola, in modo tanto maggiore quanto più ci si è dovuti scostare da comportamenti diffusi e abituali».

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