Sorte: «Gori mi troverà al suo fianco
se vuole alzare la voce con il governo»

«Giusto dire che non ci può essere solo un Patto per Milano, anche se è indubbio che dallo sviluppo di Milano deriva anche la crescita di tutta la Lombardia, di buona parte del nord Italia e dell’intera Nazione». Lo ha detto l’assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità, Alessandro Sorte, commentando la richiesta del sindaco di Bergamo, Giorgio Gori.

L’assessore regionale Alessandro Sorte interviene dopo le dichiarazioni del sindaco di Bergamo Giorgio Gori sul Patto per Milano. «Il Patto per Milano - ha continuato Sorte - prevederebbe infatti importanti investimenti infrastrutturali (il prolungamento delle metropolitane, la prevenzione delle esondazioni del fiume Seveso, l’Agenzia Europea del Farmaco e altri) che riguardano il territorio cittadino, l’area metropolitana e la Brianza ma i cui vantaggi, diretti e indiretti, saranno percepiti da tutti i lombardi, sicuramente anche dai bergamaschi. Purtroppo l’unico problema è che si tratta di promesse: dopo le ”slide” attendiamo i trasferimenti effettivi di risorse finanziarie».

Sorte ha poi ricordato che il governo «è ben cosciente di cosa abbia bisogno la Lombardia dal punto di vista della mobilità e dei trasporti». «Abbiamo presentato più volte, fin dal 2015, al Ministro Delrio il nostro ’Dossier Infrastrutture - ha spiegato - che non prevede solo le necessarie risorse economiche ma, talvolta, anche il contenimento - non mi azzardo a dire l’eliminazione! - delle pretese burocratiche e, certe volte, parossistiche dello Stato».

«Il sindaco di Bergamo Gori - ha continuato Sorte - sa bene che tra le opere per una mobilità moderna e sostenibile in Regione Lombardia, fra le richieste avanzate, ve ne sono molte (di valore ben inferiore al miliardo e mezzo del Patto per Milano) che riguardano Bergamo e la sua provincia. Se il sindaco vuole alzare la voce con il governo mi troverà, su questi temi, al suo fianco, con voce altrettanto potente. Purtroppo le sue urla di questi giorni rischiano di essere un appello a quel deserto verso cui tanti altri territori si rivolgono invano. Di fronte a tutte le manchevolezze governative enumerate dal sindaco (trasporto, Pedemontana, zone montane, dissesto idrogeologico ecc) dire che Regione Lombardia non ha fatto o non fa nulla appare essere una affermazione che sta tra il falso ideologico e l’ignorante ingenuità».

«Come non essere infatti al corrente che, senza Regione Lombardia, TEEM, Brebemi non sarebbero mai state realizzate? Pedemontana, senza l’intervento di Regione Lombardia, non sarebbe stata attuata nemmeno in parte (come invece è sotto gli occhi di tutti); se poi il governo desse una mano un po’ più decisa anche a risolvere gli ultimi problemi, riusciremmo a partire velocemente con il completamento. Come non sapere che la ripartizione dei fondi statali per il Trasporto Pubblico Locale - ha aggiunto - non viene fatta in base alla popolosità dei territori, all’intensità della mobilità di persone e merci, al livello di occupazione e produzione industriale ma secondo vetuste ripartizioni storiche che hanno favorito l’occupazione pubblica nelle regioni del Sud al posto di efficientare le risorse».

In questo contesto Regione Lombardia continua a destinare annualmente circa 350 milioni di euro al trasporto pubblico «per garantire i servizi ferroviari e gli autobus che lo Stato ingiustamente destina alle regioni del Centro -Sud e che dall’anno scorso sostiene con svariati milioni di euro le province che sono state cannibalizzate dalle leggi Delrio che hanno impedito loro di mantenere i servizi autobus scolastici per gli studenti lombardi».

«Come non sapere - ha concluso Sorte - che quest’anno Regione Lombardia ha destinato alle province 16 milioni di euro per fare fronte alle spese che queste ultime devono sostenere per la manutenzione delle scuole superiori o delle strade provinciali a fronte dei tagli del governo che, anticipando la riforma costituzionale, vuole fare morire le autonomie provinciali per eutanasia istituzionale, privandole cioè di risorse economiche vitali. In conclusione, per sostenere una tesi giusta e ragionevole, ossia che insieme al Patto per Milano ci debba essere anche un Patto per la Lombardia, il Sindaco di Bergamo non propone un’alleanza tra le istituzioni del territorio più a lui vicine e solidali, ma preferisce la efficace tattica dei polli di Renzo (erano lecchesi) ma, sinceramente, non me la sento di augurargli la stessa fine».

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