Smog, l’Aci: non è colpa solo delle auto
Ma troppe quelle vecchie, ibrido da aiutare

Nel dibattito su targhe alterne, emissioni inquinanti, blocco delle auto, mobilità elettrica, trasporto pubblico nelle maggiori città italiane, e anche a Bergamo, interviene con una nota Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Aci.

In sintesi il suo «pensiero» è questo: «Interventi difformi sul territorio non servono senza un coordinamento nazionale incardinato su 4 punti: incentivi all’acquisto di auto, rottamazione dei veicoli più inquinanti, più trasporto pubblico e sostegno al car sharing».

Sticchi Damiani affonda i colpi: «I dati sulla qualità dell’aria nelle città italiane dimostrano ancora una volta che i problemi non si risolvono bloccando le auto perché ai veicoli è imputabile solo una piccola parte delle emissioni inquinanti. Soprattutto in questo regime di emergenza, bisogna puntare il dito su altre fonti. In una strategia di lungo periodo è comunque evidente che anche l’automobile può dare il suo contributo se inquadrata in una logica sistemica, oggettiva e senza pregiudizi».

Dall’enunciazione alla spiegazione: «Ancora una volta risulta evidente che gli interventi difformi sul territorio non servono senza un coordinamento nazionale - continua Sticchi Damiani - e che un vero progetto va incardinato su quattro punti, anche in considerazione del fatto che il nostro parco circolante è tra i più vecchi in Europa».

Eccole le quattro proposte dell’Aci: 1) incentivare l’acquisto di auto nuove o usate a minore impatto ambientale. 2) favorire la rottamazione dei veicoli vecchi più inquinanti (oggi un’auto su 4 è pre Euro 3), salvaguardando le vere auto d’epoca attraverso una lista chiusa di modelli storici, come quella stilata da ACI. 3) potenziare anche qualitativamente il trasporto pubblico locale. 4) sostenere l’offerta di car sharing, non solo a Roma e Milano ma anche nelle realtà urbane meno estese dove viene offerto un servizio di auto condivise, anche elettriche.

La linea evolutiva della mobilità punta già oggi sull’elettrico, che l’Automobile Club d’Italia presidia da tempo con azioni di sensibilizzazione (la più recente #IoSonoElettrica, sviluppata con Mercedes ed Enel ha attraversato il Paese avvicinando istituzioni e cittadini), la formazione (nei centri ACI di Vallelunga e Lainate-Arese sono stati definiti i nuovi protocolli di guida sicura per le auto elettriche), la ricerca (nei prossimi giorni sarà siglato un accordo con il Politecnico di Milano per la mobilità e la sicurezza stradale) e sviluppo (la rete di ricarica nella Capitale è stata ideata nel 2007 da ACI Consult, società dell’Automobile Club d’Italia che collabora con i più importanti operatori nazionali nelle attività di progettazione, installazione e manutenzione delle colonnine). E qui si apre l’annoso problema delle infrastrutture (colonnine di ricarica) ma anche dei prezzi dei modelli che rischiano di essere fuori mercato senza adeguati incentivi statali. Dibattito aperto da oramai due decenni.

Daniele Vaninetti

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