Cronaca / Bergamo Città
Mercoledì 30 Settembre 2020
Smog, Bergamo sopra il livello di guardia
Pm10 oltre il limite per nove anni su dieci
Il rapporto di Legambiente «Mal’aria 2020»: la nostra città ha superato il limite di polveri sottili e ozono per 72 giorni nell’ultimo anno.
Più di otto città su dieci pagano pegno sullo smog; l’85% è infatti sotto la sufficienza per la qualità dell’aria: i «fanalini di coda» sono le grandi città come «Torino, Roma, Palermo, Milano e Como», che prendono un voto pari a zero, ma anche Bergamo e il bacino padano sono sorvegliati speciali.
Questo quanto emerge dal nuovo rapporto di Legambiente «Mal’aria» che analizza l’inquinamento lungo un periodo di cinque anni (dal 2014 al 2018) tenendo in considerazione i valori dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Il rapporto – presentato alla vigilia dell’entrata in vigore delle misure antismog in diverse aree del Paese sulla base dell’accordo per le zone del bacino padano – con questa edizione speciale assegna le pagelle sull’inquinamento dell’aria a 97 città italiane, grazie a un confronto delle concentrazioni medie annue delle polveri sottili (Pm10 e Pm2,5) e del biossido di azoto (NO2).
L’Italia è in emergenza cronica da inquinamento atmosferico e l’anno appena concluso ne è una ulteriore conferma: sono 54 le città che nel 2019 hanno superato il limite previsto per le polveri sottili (Pm10) o per l’ozono (O3), stabiliti rispettivamente in 35 e 25 giorni nell’anno solare: Torino ha raggiunto le 147 giornate fuorilegge (86 per il Pm10 e 61 per l’ozono), seguita da Lodi con 135 (55 per Pm10 e 80 per ozono) e Pavia con 130 (65 superamenti per entrambi gli inquinanti).
Sono ben 19 le città (il 36% del totale) che hanno registrato nelle centraline Arpa oltre 100 giorni di superamento dei limiti giornalieri mentre 14 città hanno oltrepassato i 50 giorni complessivi. Le prime 25 posizioni sono tutte occupate da città del bacino padano mentre al 26esimo posto si trova Frosinone con 68 giorni di superamento dovuti esclusivamente al superamento dei limiti per le polveri sottili (pm10). Bergamo è proprio nelle prime 25 posizioni con 72 giorni di superamento dei limiti giornalieri.
Entrando nello specifico degli inquinanti monitorati nel 2019 dalle campagne di Legambiente «Pm10 ti tengo d’occhio» e «Ozono ti tengo d’occhio», basate sull’analisi dei dati forniti dai siti dalle Agenzie regionali per la protezione ambientale (Arpa) che hanno tenuto conto delle sole centraline urbane (sia di fondo urbano che di traffico) di ogni città capoluogo di provincia, emerge come per il Pm10 siano 26 le città capoluogo di provincia che hanno superato il limite giornaliero (35 giorni con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi metro cubo). A guidare la classifica per le polveri sottili anche per il 2019 c’è Torino (centralina Grassi) con 86 giorni di superamento, seguita da Milano (Marche) con 72 giornate fuorilegge e Rovigo (centro) con 69. Seguono con 68 giorni Frosinone (scalo) e Venezia (Beccaria e Tagliamento), Alessandria (D’Annunzio) con 66 mentre Padova (Arcella) e Pavia (P.zza Minerva) si sono fermate a 65 giorni; Cremona (P.zza Cadorna) 64 e Treviso (S. Agnese) 62 chiudono la top ten del 2019.
Per l’ozono troposferico, un inquinante tipicamente estivo il cui limite previsto dalla legge è di 25 giorni all’anno con una concentrazione superiore a 120 microgrammi/metro cubo (calcolato sulla media mobile delle 8 ore), nel 2019 sono state ben 52 le città italiane che hanno superato il limite dei 25 giorni: Lodi e Piacenza sono in cima a questa classifica con 80 giorni di sforamento ciascuno, seguite da Lecco (73), Bergamo (72), Monza e Pavia con 65.
Nei 10 anni di campagna di Legambiente «Pm10 ti tengo d’occhio» su 67 città che almeno una volta sono entrate nella speciale classifica, il 28% di queste (19 città) hanno superato i limiti giornalieri di Pm10 tutti gli anni, 10 volte su 10. Sei città (il 9%), tra cui Bergamo, ha superato i limiti 9 volte su 10 mentre 8 città (il 12%) lo hanno superato 8 volte su 10. A dimostrazione di come nonostante il trend in calo degli ultimi anni, ci sono città che rimangono malate croniche di inquinamento atmosferico e che, dati alla mano, non sembrano poterne uscire fuori.
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