Si compra? Certo, ma con le rate
Non c’è solo il mutuo. Anche tu fai così?

La casa si compra a rate? Certo, c’è il mutuo. Ma non c’è solo quello. E si compra a rate la lavatrice, la lavastoviglie, l’aspirapolvere. Ovviamente l’auto e pure le vacanze di questa prossima estate. Anche dal salumiere si può pagare a rate, con il conto della settimana su un foglietto. Voi cosa comprate a rate?

Torna a crescere l’accesso ai prestiti delle famiglie e la Bergamasca si distingue nella speciale classifica delle province italiane con le maggiori richieste. Cresce la fiducia e aumentano i consumi, dunque, ma attenzione – mette in guardia Eddy Locati, di Adiconsum – l’altra faccia della medaglia è che aumentano anche quanti si trovano in sofferenza proprio per pagare le rate dei finanziamenti: l’aumento, registrato da Adiconsum è dell’8-9% negli ultimi 6 mesi. Un quadro quantomeno ambivalente, dunque.

I dati sulla ripresa dei prestiti vengono da un’elaborazione fatta per il quotidiano «Il Sole 24 Ore» da Eurisc, il sistema di informazioni creditizia di Crif e fotografano il trend delle domande. Da questi dati si osserva che a febbraio nella Bergamasca l’incremento delle richieste di prestiti finalizzati – quelli legati all’acquisto di beni o servizi come ad esempio l’auto, o gli elettrodomestici, ma anche le spese mediche e i viaggi piuttosto che l’elettronica di consumo – nel bimestre gennaio/febbraio 2016 rispetto allo stesso periodo dell’anno prima è pari al 26,5%. Una percentuale superiore alla media nazionale che si attesta al 24%. Non solo: nella speciale classifica de «Il Sole 24 Ore», con la provincia di Bergamo al 15o posto – al primo si colloca la provincia di Latina (+36,3%, mentre altre due province lombarde, Cremona (+34%) e Lecco (+27,5%), rispettivamente al 4o e al 12o posto, precedono la Bergamasca – risulta che l’importo medio richiesto dai cittadini orobici è di 6.208 euro, anche in questo caso superiore alla media, ferma a 5.700 euro.

Sempre guardando i dati, il totale della spesa in beni durevoli nella nostra provincia riferita al 2015 si attesta complessivamente su 1.114 milioni di euro, con un incremento rispetto all’anno precedente del +7,7%.

I ricercatori segnalano che il balzo in avanti dei prestiti finalizzati è il più consistente da quando si è cominciato a monitorare la domanda di credito delle famiglie e questo dipende probabilmente dalle molte offerte «a tasso zero» avanzate dalle aziende o dalle proposte di rateizzazioni vantaggiose, a tassi ridotti, per acquisti come, ad esempio, auto e scooter. Al fondo vi sarebbe un’accresciuta fiducia nei consumatori e, come spiega Simone Capecchi, direttore Predictive information solution di Crif, «il miglioramento del sentiment delle famiglie». E sempre Capecchi aggiunge che «oggi il credito al consumo è tornato a sostenere i consumi durevoli delle famiglie, a lungo rimandati durante la crisi».

Credito che si traduce in un a serie di impegni duraturi, se è vero – come ancora confermano i dati dei ricercatori – che gli acquisti continueranno a pesare, sotto forma di rate per oltre 60 mesi sul bilancio delle famiglie, almeno in un caso su 5. E solo in un caso su 5 il peso del finanziamento si assorbe in un anno.

Una conferma indiretta dell’aumento dei prestiti al consumo nella Bergamasca viene da Adiconsum che però – spiega Eddy Locati – vede «più che altro quanti fanno fatica a restituire i prestiti. Da noi – aggiunge – arrivano le situazioni di sofferenza e negli ultimi 6 mesi abbiamo registrato un incremento dell’8/9% di richieste alla nostra associazione». C’è più gente che ha problemi e questo conferma, indirettamente, l’aumentare di quanti chiedono finanziamenti.

«Il fenomeno – continua Locati – è sintomo di malessere e a quanti soffrono in particolare per far fronte ai mutui, si aggiungono in particolare quanti non riescono a rientrare da prestiti chiesti magari alla banca o a una finanziaria. Si tratta di persone che si sono trovate improvvisamente in difficoltà, magari perché qualcuno ha perso il lavoro. Probabilmente è vero che la fiducia dei consumatori è in aumento e questo può anche spingere a rischiare di più. Di conseguenza si verificano anche più situazioni critiche».

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