Cronaca / Bergamo Città
Venerdì 06 Luglio 2018
Sequestrati 6000 cosmetici contraffatti
Prodotti a Bergamo e smerciati a Palermo
La Guardia di Finanza ha ricostruito il giro illegale che in un anno aveva un giro di affari di 90mila euro e 180mila prodotti non sicuri.
Nel corso di un servizio di contrasto al contrabbando e ai traffici illeciti in genere svolto in ambito portuale, i finanzieri del Gruppo di Palermo hanno sequestrato circa 6.000 cofanetti di fondotinta recanti il noto marchio «Deborah» palesemente contraffatto e sprovvisti, nell’etichettatura, delle indicazioni previste in materia di sicurezza dei cosmetici. La merce, giunta al porto di Palermo a bordo di un autoarticolato, era scortato da un documento di trasporto recante, come mittente e destinatario, due distinte persone fisiche senza l’indicazione delle partite Iva.
Gli approfondimenti eseguiti dalle Fiamme Gialle hanno permesso di scoprire l’esistenza di un canale commerciale di cosmetici contraffatti tra Bergamo e Canicattì (AG). Nella provincia lombarda, dove è attivo uno specifico distretto industriale, opera una società che si è occupata della produzione e dell’invio di questi prodotti illeciti in Sicilia. Il trasporto, diretto ad un esercizio commerciale di Canicattì è avvenuto attraverso documenti di accompagnamento della merce falsi e l’interposizione di un prestanome, così da rendere difficoltosa, in caso di controlli lungo la strada, l’identificazione dei reali protagonisti dello schema illegale.
Sotto la direzione delle Procure della Repubblica di Bergamo e Agrigento, i finanzieri hanno ricostruito i flussi commerciali dal 2016, che ammontano a più di 180.000 pezzi in relazione ai quali sarebbero stati conseguiti proventi illeciti verosimilmente pari a circa 90.000 euro.Ben 10 persone, fra amministratori di società ed altri soggetti coinvolti, in concorso, a vario titolo nella vicenda giudiziaria, sono stati segnalati alle Procure della Repubblica competenti per territorio, per le ipotesi di reato di cui all’art. 474 del codice penale che punisce la commercializzazione di prodotti con indicazioni false e non veritiere ed art. 3 della normativa nazionale che sanziona le violazioni al sistema comunitario che regola ed impedisce la produzione, la distribuzione e la diffusioni di prodotti cosmetici dannosi per la salute dell’uomo.
Attraverso queste attività, è stato possibile intanto togliere dal mercato prodotti non sicuri e soprattutto tutelare gli imprenditori rispettosi delle regole, salvaguardando i posti di lavoro da questi garantiti.
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