Cronaca / Bergamo Città
Domenica 05 Aprile 2020
Mascherine, al via la consegna gratuita
Bergamo: 9.712 positivi, +124 in un giorno
I dati della Bergamasca, ma anche della Lombardia: dati confortanti, i contagi stanno scendendo, e la Regione sta aumentando i tamponi. Nella Bergamasca i decessi di domenica 5 aprile sono stati 47, il totale è arrivato a 2.425.
Tre milioni e 300 mila mascherine. È il numero delle mascherine che saranno distribuite in Lombardia da lunedì 6 aprile. Sono 300 mila quelle che saranno date in farmacia e saranno distribuite gratuitamente a chi ne avrà bisogno: sono vietati assembramenti per le consegne, «la mascherina sarà dato a chi ne è privo o a determinate categorie di persone fragili o che ne hanno la necessità». Lo ha annunciato la Regione Lombardia. Non solo però in farmacia, ma anche nei negozi di alimentari, in banca, nelle poste, nelle tabaccherie, attraverso la rete comunale. A Bergamo sono già state consegnate 360 mila mascherine.
Nel frattempo il messaggio è solo uno: la Lombardia non deve mollare la presa della lotta al coronavirus. È quando chiede il Governatore Attilio Fontana che ha previsto che da domenica 5 aprile nella regione si potrà andare in giro solo indossando una mascherina. Misure ancora più rigorose, perché «non abbiamo ancora raggiunto nessun obiettivo, non abbiamo concluso nessuna opera».
Da qui l’ulteriore stretta per rallentare la diffusione del contagio con una nuova ordinanza nella quale si confermano le disposizioni più rigide, rispetto a quelle del Governo, già prese 15 giorni fa e in più si introduce l’obbligo - unica regione in Italia - «ogni qualvolta ci si rechi fuori dall’abitazione» di prendere tutte le misure per «proteggere se stessi e gli altri» utilizzando «la mascherina o, in subordine, qualunque altro indumento a copertura di naso e bocca».
Una mossa che non è piaciuta, però, al capo della Protezione civile Angelo Borrelli: «Io non la uso perché rispetto le distanze. È importante indossarla se non si rispettano le distanze». Dato che, però, le mascherine non si trovano con facilità, il Pirellone ha stabilito che si potranno usare anche sciarpe, e foulard. E, poi, che i negozi di alimentari e di prima necessità, ossia quelli ancora aperti, dovranno fornire ai clienti «guanti monouso» e disinfettanti «per l’igiene delle mani». Resta confermata la chiusura degli alberghi, degli studi professionali, dei mercati e di tutte le attività non essenziali. Si potranno, però, spiega la Regione, «acquistare articoli di cartoleria», utili soprattutto per i bimbi che stanno in casa, in supermarket e altri negozi aperti e la vendita di fiori e piante sarà possibile «solo con la consegna a domicilio».
E poi i dati. «Continuano a essere confortanti» ha detto l’assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera, spiegando che sono stati esaminati ben 8107 tamponi. I casi positivi in totale sono 50.455, con un aumento di 1337, inferiore ai 1.598 di sabato, Crescono solo di 7 unità i ricoveri non in terapia intensiva per un totale di 12.009, diminuiscono invece i letti occupati in terapia intensiva: 1317 in totale, 9 in meno rispetto a sabato. I deceduti sono 8.905, con un aumento di 249, mentre sabato erano stati 345.
I DATI DI BERGAMO
Sono 9.712 i casi positivi sul territorio bergamasco, con +124 casi rispetto a sabato. Sabato erano +273.
BERGAMO CITTA’: +20 domenica, totale 1.233
Totale decessi nella Bergamasca: 2.425, domenica 47.
Rimane costante la curva dei contagi nelle altre province lombarde, i dati di Milano «non ci fanno stare tranquilli» dice l’assessore Giulio Gallera, spiegando che a Milano città solo sabato ci sono stati 171 nuovi positivi, arrivati così a 4.533, mentre considerando la città metropolitana i contagiati sono 11.230, 411 più di sabato. «Non siamo riusciti a dare un indirizzo a questa linea» aggiunge Gallera, mostrando una slide in cui si vede che la curva dei contagi a Brescia e Bergamo si è sostanzialmente stabilizzata mentre a Milano continua a salire. A Brescia sono 9.340 contagi (+160), a Lodi 2.255 (+17); a Como 1.384 (+65), a Cremona 4.233 (+79), in Monza Brianza sono cresciuti di 11.
«Il dato dei pronto soccorso dell’area di Bergamo e Brescia ci dice che i codici rossi hanno visto una impennata drammatica, con un numero altissimo di telefonate e accessi, nel corso della crisi, ma ormai la linea scende in maniera quasi retta ed è vicina a quelli dell’anno scorso» ha spiegato poi Gallera.
«I nostri ospedali devono tornare a dare risposte di qualità a tutti i bisogni» oltre il covid, ha aggiunto, confermando che da lunedì i primi pazienti entreranno nel nuovo ospedale in fiera a Milano, così come aprirà ufficialmente anche quello di Bergamo degli Alpini. «Noi abbiamo ricavato posti di terapia intensiva chiudendo anche le sale operatorie» negli ospedali della Regione che però «ora devono tornare» alla normalità.
Gallera ha anche parlato dell’ordinanza del presidente Attilio Fontana, rispondendo senza citarlo al sindaco di Milano Giuseppe Sala che ha definito «disorientante» l’obbligo di coprirsi il volto deciso sabato:«Non è disorientante, è un messaggio molto chiaro e molto forte che mette la salute dei cittadini al centro di ogni politica» ha spiegato e ha aggiunto: «È difficile prendere decisioni - ha detto - con il presidente Fontana ci abbiamo ragionato tanto, perché ogni decisione ha lati positivi e suscita critiche», ma «in un momento come questo in cui la gente è provata dallo stare in casa» la Regione «ha dato un messaggio forte: non è ancora finita, siamo ancora in una fase importante, molto critica, non facciamo ancora l’errore di sottovalutare come hanno fatto in Cina, che ha avuto un dramma e sta tornando ad avere un numero molto ampio di casi». Perchè è sì in corso «una riduzione» dei dati del contagio ma «il rischio che possa ripartire tutto oggettivamente c’è».
Infine i dati sulle degenze di sorveglianza che sono circa un migliaio. «Si tratta dei posti letto riservati alla degenza di sorveglianza, ma Regione Lombardia conta di arrivare a 3-4000. «Da quando è stato attivato il servizio Usca le visite domiciliari sono state 1233. Quando i medici arrivano a casa del malato, se ritengono che le condizioni non siano idonee per farlo restare al suo domicilio, il contagiato viene collocato in una degenza di sorveglianza. Anche nell’ospedale della Fiera di Bergamo, oltre a 40 posti per i pazienti complessi, ci saranno posti riservati alla degenza di sorveglianza».
Riguarda qui la conferenza stampa in Regione Lombardia
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