Mascherine all’aperto e discoteche chiuse per altri 10 giorni

Intesa raggiunta nel Consiglio dei ministri di lunedì 31 gennaio. Fino al 10 febbraio mascherine all’aperto ancora obbligatorie e discoteche ancora chiuse.

Una mini proroga di dieci giorni: fino al 10 febbraio le discoteche rimarranno chiuse, saranno vietati i concerti e le feste all’aperto e sarà ancora obbligatorio utilizzare le mascherine all’aperto in zona bianca. Nel primo Consiglio dei ministri dopo la rielezione di Sergio Mattarella al Quirinale, il governo rinnova le misure anti Covid in scadenza ma sceglie una linea soft, dando un primo segnale del cambio di passo che ci sarà nelle prossime settimane con un graduale allentamento delle restrizioni ed un ritorno alla normalità, a partire da mercoledì quando si metterà mano agli interventi per semplificare le norme sulla scuola.

Ai fini del contenimento della diffusione del virus Sars-Cov-2, «fino al 10 febbraio 2022 sono sospese le attività che si svolgono in sale da ballo, discoteche e locali assimilati». Lo stabilisce l’ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza. La misura partirà dal 1° febbraio. Le disposizioni dell’ordinanza erano state esaminate oggi dal Consiglio dei ministri. L’ordinanza precisa che non hanno l’obbligo di indossare il dispositivo di protezione delle vie respiratorie: i bambini di età inferiore ai sei anni; le persone con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina, nonché le persone che devono comunicare con un disabile in modo da non poter fare uso del dispositivo; i soggetti che stanno svolgendo attività sportiva. Le disposizioni sull’uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie sono comunque derogabili esclusivamente in applicazione di protocolli validati dal Comitato tecnico-scientifico. L’uso del dispositivo di protezione delle vie respiratorie, si legge inoltre, «integra e non sostituisce le altre misure di protezione dal contagio quali il distanziamento interpersonale e l’igiene costante e accurata delle mani». Tale ordinanza «produce effetti a partire dal 1 febbraio».

Nel prossimo Cdm di mercoledì, secondo quanto si apprende da diverse fonti di governo, dovrebbe arrivare un nuovo decreto Covid , con il quale dare copertura normativa all’ordinanza per la proroga di mascherine all’aperto e chiusura delle discoteche e affrontare altre questioni, a partire da quella delle quarantene a scuola.

Il mondo della scuola

Le misure più urgenti riguardano la scuola. Dopo le modifiche introdotte con il decreto sostegni - chi ha il pass rafforzato rientra dall’autosorveglianza senza dover fare il tampone - il governo metterà mano nelle prossime ore alla babele di regole che sta creando difficoltà e problemi non solo al sistema scolastico ma anche a milioni di famiglie. Le ipotesi sono sostanzialmente due. Estendere alle elementari le regole già in vigore per medie e superiori: la classe va in didattica a distanza a partire da tre contagi mentre con 2 positivi rimarrà a casa solo chi non è vaccinato o chi è vaccinato da più di 120 giorni e non ha fatto il booster o chi è guarito da più di 120 giorni. Per chi andrà in Dad, inoltre, niente più quarantena ma l’autosorveglianza. Ci sarà poi l’equiparazione del sistema delle quarantene scolastiche a quello in vigore per tutti i cittadini: niente isolamento per vaccinati da meno di 120 giorni o con booster e guariti, 5 giorni per chi è vaccinato o guarito da più di 120 giorni e 10 giorni per i non vaccinati.

In ospedale

Un altro fronte sul quale non sembrano esserci contrasti è la richiesta delle Regioni di distinguere i ricoverati «per» Covid da quelli «con» Covid, pazienti asintomatici che entrano in ospedale per un altro motivo e risultano poi positivi al tampone di controllo. La richiesta dovrebbe essere accolta anche se nel bollettino continuerà ad essere segnalata la presenza dei malati con Covid.

E il Green pass?

I due punti sui quali la discussione è ancora aperta riguardano invece le fasce di colore e la durata del Green pass. Nel documento al governo, le Regioni sottolineano la necessità di «avviare un percorso di normalizzazione della vita dei cittadini e dell’intero Paese» procedendo ad una «semplificazione delle regole, basandole non più sulla suddivisione per zone di rischio ma concentrando esclusivamente l’attenzione sui cittadini, in relazione al completamento del ciclo vaccinale». Dunque via il sistema delle fasce. Se dall’esecutivo è arrivata un’apertura, non ci sarà però la cancellazione totale: rimarrà il sistema per l’analisi epidemiologica e rimarrà la zona rossa. Resta ancora da decidere se le misure debbano valere per tutti, così come è previsto dalle norme attuali, o se debba essere esentato chi ha la piena copertura vaccinale. È probabile che su questo tema il governo chieda un parere al Comitato tecnico scientifico, che sarà chiamato anche ad un’altra valutazione, quella sull’estensione della durata del green pass per chi ha fatto il booster. Da martedì il certificato verde durerà sei mesi dai nove attuali e dunque, chi ha fatto il richiamo a settembre, si vedrà scadere il pass a marzo senza possibilità di rinnovo. Il governo ha già deciso che il problema verrà risolto allungandone la durata, visto che al momento non è stata autorizzata la quarta dose, ma la discussione è ancora aperta sulla durata dell’estensione : renderlo illimitato oppure portarlo fino allo scadere dello stato d’emergenza, al momento fissato al 31 marzo, o fino al 15 giugno, data in cui in base ai provvedimenti in vigore il green pass non dovrà più essere utilizzato.

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