Schianto del Boeing in Etiopia
Giovedì l’addio a Matteo Ravasio

Mercoledì 23 ottobre l’arrivo del feretro a Malpensa e la sera una veglia nella chiesa di San Bernardino in Pignolo. La moglie del commercialista: «Grazie di cuore a chi ci è stato vicino».

Mercoledì pomeriggio, 23 ottobre, arriverà all’aeroporto di Malpensa con un volo da Londra il feretro con le spoglie di Matteo Ravasio, il commercialista di 52 anni e volontario dell’associazione cittadina «Africa Tremila», tra le otto vittime italiane del disastro aereo del Boeing dell’Ethiopian Airlines che lo scorso 10 marzo era precipitato poco dopo il decollo in Etopia, uccidendo sul colpo 149 passeggeri e 8 membri dell’equipaggio. Alle 20,30 di mercoledì è in programma nella chiesa di San Bernardino in Pignolo una veglia, curata dalle Madri Orsoline, la cui congregazione è particolarmente legata ad «Africa Tremila», visto che le loro consorelle gestiscono l’ospedale in Sud Sudan, a Juba, realizzato proprio dall’associazione e che Matteo Ravasio stava raggiungendo assieme ai coniugi Gabriella Viciani e Carlo Spini, quest’ultimo presidente dell’ente.

L’ospedale è già operativo da alcuni giorni e sarà inaugurato il mese prossimo, alla presenza dei volontari di «Africa Tremila»: sarà intitolato proprio alle tre vittime del disastro aereo legate all’associazione e infatti si chiamerà «Three Angels health center». Sono stati nel frattempo anche fissati i funerali di Matteo Ravasio: saranno celebrati giovedì 24 ottobre, alle 15,30, nella chiesa di Santo Spirito, in via Tasso. Le spoglie del commercialista, sposato e padre di una bimba di 4 anni, saranno poi cremate. «La famiglia Ravasio ringrazia di cuore per il supporto e l’affetto dimostrato in questi mesi da tutte le istituzioni – sottolinea Manuela Filì, moglie del volontario –, in particolare la Farnesina, l’Ordine dei commercialisti, a livello locale e nazionale, nella persona della dottoressa Simona Bonomelli, presidente dell’Ordine di Bergamo, ma anche tutte le persone e le aziende che hanno partecipato generosamente al fondo istituito dallo stesso Ordine dei commercialisti, nonché l’associazione Africa Tremila, oltre ai numerosi amici».

A seguito dell’incidente, infatti, l’Ordine aveva organizzato appunto una raccolta di fondi a sostegno della famiglia di Ravasio. A sette mesi di distanza dall’incidente di Addis Abeba si conclude dunque il complesso iter di rimpatrio delle salme: anche i resti di Gabriella Viciani e Carlo Spini erano stati riportati nei giorni scorsi in Italia e giovedì è stato celebrato il funerale congiunto nella basilica di Sansepolcro, la cittadina dell’Aretino dove la coppia viveva.

Il lavoro degli inquirenti africani era stato piuttosto lungo e complesso perché l’Interpol aveva dovuto reperire le tracce genetiche di tutte le vittime in ben 35 Paesi del mondo diversi: le tracce erano state poi concentrate ad Addis Abeba e confrontate per ricostruire l’identità delle vittime. Due settimane fa le salme delle otto vittime italiane erano quindi state trasportate a Londra e, una volta concluse le pratiche burocratiche, sono arrivate le autorizzazioni per il rimpatrio.

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