Salvini: «A Bergamo reati giù del 15%»
Gori: «Non è merito del suo decreto»

Il ministro diffonde i dati che vedono la provincia prima per riduzione dei crimini. Il sindaco risponde polemico: «Per i leghisti era il Bronx». Stucchi: «Impennata con i governi Pd»

«Merito del decreto sicurezza». «No, merito delle forze dell’ordine». Stavolta il dibattito è a distanza, ma tra la Lega e Giorgio Gori continuano le scintille sul tema sicurezza. Settimana scorsa, durante un confronto elettorale, erano state le parole del candidato sindaco Giacomo Stucchi («In centro a Bergamo, dopo le 20, è difficile camminare senza avere preoccupazione per la propria incolumità») a scatenare un polverone. Ieri invece ci ha pensato direttamente il ministro Matteo Salvini a rinvigorire una polemica destinata a durare fino all’ultimo giorno di campagna elettorale.

L’anomalia però è che stavolta è la Lega a sostenere che i reati, a Bergamo, siano in calo. E non di poco: «Il monitoraggio effettuato periodicamente dal Viminale su reati e accoglienza dà ragione alle scelte effettuate dal ministero dell’Interno. Lombardia, nel 2019 reati in calo dell’8,9% rispetto al primo trimestre di un anno fa. In particolare, a Bergamo -15,6%, -10,2% a Brescia, -9,8% a Como». Il merito, secondo il ministero, è del decreto sicurezza, arrivato ora nella fase “bis”, «un secondo tassello fondamentale dopo l’adozione del decreto sicurezza che, alla fine dello scorso anno, ha fornito strumenti innovativi per allontanare clandestini e delinquenti, per rafforzare la sicurezza urbana con fondi e poteri ai sindaci contro le grandi piazze di spaccio e il degrado urbano».

«Vogliamo fare sempre di più e meglio - spiega il ministro dell’Interno Matteo Salvini, a cui fanno eco anche tutti i parlamentari bergamaschi della Lega - i numeri sono rassicuranti ma non ci accontentiamo. Abbiamo segnalato agli amministratori locali nuovi strumenti, in collaborazione con le prefetture, per aggredire le grandi piazze di spaccio, isolare balordi e sbandati, per effettuare sgomberi. Auspico che i sindaci sappiano utilizzarli al meglio, mentre il piano che rinforzerà tutte le questure d’Italia sarà decisivo per ridurre ulteriormente la criminalità».

Giorgio Gori, che settimana scorsa aveva risposto con una dura replica alle parole di Giacomo Stucchi, ora rileva il paradosso: «Quando in una città si verifica un episodio criminoso, quando c’è un problema di sicurezza, la colpa è del sindaco - scrive in un post su Facebook. Quando invece i reati calano il merito è del ministro dell’Interno. Nella sua quotidiana opera di “rivisitazione creativa” della realtà il ministro dell’Interno ha sostenuto che il calo dei reati in provincia di Bergamo (-15%) sia merito del “suo” Decreto Sicurezza. Io credo invece che il merito sia del lavoro che ogni giorno viene fatto sul territorio dalle forze dell’ordine e dalle istituzioni locali, Prefettura, Questura e Comuni. Salvini non potrà che riconoscere che la situazione della sicurezza nella nostra città è migliorata, correggendo così i suoi locali compagni di partito che amano descriverla come il Bronx». La controreplica di Giacomo Stucchi non si fa attendere: «La rivisitazione creativa della realtà, di cui parla il sindaco uscente Gori, è quella fornita nei cinque anni precedenti dai governi del Pd, che hanno fatto arrivare nelle nostre strutture mezzo milione di immigrati prevalentemente nigeriani, gambiani, ivoriani, senegalesi ecc, che non avevano nel 90% dei casi i requisiti per ottenere lo status di rifugiato e sono poi rimasti sul nostro territorio come irregolari. Con una conseguente impennata di reati. Questa è stata la realtà dei precedenti cinque anni, senza alcun bisogno di revisionismi storici».

© RIPRODUZIONE RISERVATA