Ryanair boccia la riduzione di posti
O’Leary: «Prezzi inferiori a prima »

Lasciare il posto al centro vuoto? Non se ne parla. Mancano ancora indicazioni chiare su come sarà il trasporto aereo dopo (o meglio, durante, purtroppo...) il Covid-19, ma da Michael O’Leary arriva già l’altolà.

In un colloquio con la Reuters, mister Ryanair pare abbia addirittura definito «folle» l’idea di far volare a vuoto per un terzo gli aerei.Ryanair appoggia misure anti-coronavirus tra cui maschere e controlli di temperatura per passeggeri ed equipaggio, ma respinge nel contempo le richieste di riduzione dei posti. Sempre che tagliarne un terzo sia sufficiente a garantire il giusto distanziamento a bordo, perché così ad occhio potrebbe persino non bastare.

Easyjet è invece favorevole

Nel dubbio quello dell’irlandese volante è un «no» preventivo che dovrà però confrontarsi (o scontrarsi) con le regole di sicurezza alla base della futura ripresa del traffico aereo. Per il momento Ryanair ha comunicato che la programmazione limitata dei voli è stata estesa fino al 30 aprile: ad essere garantita è solo una piccola parte di quelli tra Regno Unito e Irlanda. E con molta probabilità si rimarrà tutti a terra almeno fino ai primi giorni di giugno. Gli arcirivali di Easyjet, invece, almeno sulla carta non sembrerebbero contrari ad una riduzione dei posti. Così pare intuirsi dalle dichiarazioni di Johan Lundgren, amministratore delegato della compagnia che si divide il mercato low cost nei cieli europei. E che rappresenta il primo operatore a Malpensa. Per Ryanair, invece, una soluzione del genere non pare economicamente sostenibile, tanto più per una compagnia (che di suo vale l’80% dell’offerta commerciale di Orio al Serio) che ha fatto della corsa al load factor, l’indice di riempimento, uno scopo di vita. E di profitto.Ma distanziamento a parte, O’Leary come al solito gioca all’attacco anche in questi tempi di crisi nera e prevede una rapida ripresa del traffico aereo, in contrasto con gli analisti delle altre compagnie che ipotizzano un ritorno ai volumi del 2019 solo intorno al 2023-24.

Vacanze, biglietti e petrolio

Alla Reuters ha parlato di una ripresa a luglio-agosto guidata da forti sconti sulle vacanze: «Molte persone in tutto il Nord Europa sono state rinchiuse negli appartamenti. Vorranno tutti andare in vacanza prima che i bambini tornino a scuola, purché possano farlo in ragionevole sicurezza». Ma questo discorso pare, francamente, poco applicabile a Paesi come Italia e Spagna.Ad ogni modo O’Leary è sicuro che «i volumi di traffico torneranno su una base normale ma a prezzi inferiori». Una sorta di ritorno alle origini? «Che si tratti di 9,99 euro, 4,99, 1,99 o 99 centesimi per posto quasi non ci interessa. La cosa fondamentale a breve termine per noi non è fare soldi, ma far tornare in volo i nostri aerei. E il 2021 ha tutte le prospettive per essere un anno eccezionale come guadagni: i prezzi dei biglietti potrebbero essere più bassi ma quelli del petrolio ancora di più».

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