Cronaca / Bergamo Città
Venerdì 08 Luglio 2016
Resta gravissimo il 13enne
caduto nelle acque del lago d’Iseo
È ricoverato al «Papa Giovanni XXIII» in condizioni disperate: l’incidente giovedì 7 luglio.
Resta gravissimo il ragazzino tredicenne di origini senegalesi caduto nelle acque del lago d’Iseo a Sarnico, nel pomeriggio di giovedì 7 luglio. È ricoverato nel reparto di Terapia intensiva del Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove rimane collegato all’Ecmo, la macchina cuore-polmoni. Fino almeno a sabato resterà in ipotermia tearaputica. I medici non si pronunciano sulle sue possibilità di ripresa, e i danni restano comunque ancora tutti da valutare.
Secondo quanto ricostruito, pare che il tredicenne, abitante a Villongo con la famiglia, non sapendo nuotare si fosse tenuto al sicuro con i piedi nell’acqua ma appoggiati all’ultimo gradone del pontile, immerso nel lago per pochi centimetri. Da lì, però, è scivolato nell’acqua, che in quel punto è alta già circa quattro metri. Spaventato, si è aggrappato da dietro al collo di un altro ragazzino. Pochi istanti e i due ragazzini sono finiti, insieme, sott’acqua. L’altro, a cui il tredicenne si era aggrappato, è riuscito dopo poco a risalire e quando è riemerso si è girato per vedere cosa fosse accaduto, ha capito che il coetaneo era ancora nel lago, ma non lo vedeva più. Dopo circa un quarto d’ora,il corpo del ragazzino è stato individuato, adagiato sul fondo del lago, a circa 5 metri di profondità e a circa 15 dal pontile. Dopo diversi tentativi, si è riusciti a recuperarlo e a riportarlo a galla. Poco dopo sono giunti i primi mezzi del 118, che ha inviato l’elisoccorso, l’auto medica e un’ambulanza della Croce Blu Basso Sebino. Immediatamente hanno praticato le procedure di rianimazione sul ragazzino, che non dava segni di vita ed era in arresto cardiaco. Dopo un massaggio cardiaco durato una ventina di minuti e altre procedure d’emergenza, il cuore ha fortunatamente ripreso a battere e, una volta stabilizzate le sue condizioni, il tredicenne è stato portato in elicottero al «Papa Giovanni».
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