Renzi lancia la campagna del Sì
«Ridà potere ai cittadini» - Video

Il premier e segretario del Pd al Teatro Sociale: «Un’occasione per cambiare il Paese. Se non passa il Paese diventa ingovernabile».

«L’Italia che dice sì» con lo sfondo tricolore è lo slogan che campeggia come scenografia sul palco del teatro sociale di Bergamo da dove Matteo Renzi lancerà la campagna per il referendum sulla riforma costituzionale. In piazza la raccolta delle firme è già iniziata. In teatro sono presenti fra gli altri il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini e il coordinatore regionale Alessandro Alfieri.

«Una grande occasione per cambiare il Paese» ha detto Giorgio Gori, introducendo il premier al Teatro Sociale: «Sarà una grande battaglia che ci coinvolgerà dal primo all’ultimo». Poi la parola è passata a Renzi, mentre in sala è scattata una piccola contestazione. «Grazie sindaco per quello che stai facendo» ha detto Renzi rivolgendosi a Gori. Prima di entrare nel teatro ed essere introdotto da Enrico Felli, presidente del Comitato per il sì, Renzi ha firmato al gazebo del Pd in Piazza Vecchia, accompagnato da Gori.

«Fuori dai palazzi della politica l’Italia correva. Nel mondo della politica c’erano sempre le stesse facce che si scambiavano le poltrone, una grande finta come il wrestling. Si davano delle botte pazzesche, ma poi rimanevano sempre loro. Perchè era una grande finta», ha detto Renzi. «Questo non è un voto per il Pd, ma per l’Italia».

«Se questa riforma non passasse, il Paese cadrebbe nell’ingovernabilità. Questa riforma dà il diritto ai cittadini di decidere. Con la riforma se c’è un partito che vince governa, se la riforma non passa accadrà il paradiso degli inciuci, perché nessuno avrà la maggioranza - ha detto Renzi - C’è il bisogno di andare a incontrare le persone che non votano il Pd, bisogna andare a cercarli e spiegargli che i loro dirigenti stanno difendendo le loro poltrone perché hanno paura di perderle. Ci sono anche elettori di lega nord e M5S che votano questa riforma. I loro parlamentari «hanno una fifa matta di perdere la poltrona. A Roma ladrona quando si accomodano stanno benissimo». Oggi, qui a Bergamo, «c’è la manifestazione dei premi Nobel mancati..., chiediamo loro se preferiscono che siano gli inciuci a farla da padrone. Loro che votano no alla riforma costituzionale» ha aggiunto riferendosi alla presenza di Renato Brunetta in piazza Matteotti alle 15,30 con il centrodestra: «È normale che Grillo e Salvini siano sulla stessa posizione, perché se passa la riforma il loro potere di veto è finito». E sulle accuse di personalizzazione: «Ho detto che se perdo vado a casa, sì, lo confermo, e non lo dico a cuor leggero. È un impegno significativo che non prendo a cuor leggero. Io non ho vinto un concorso per fare il presidente del Consiglio, mi ha chiamato un galantuomo che si chiama Giorgio Napolitano. Io non sono adatto a stare in un Parlamento abituato a vivacchiare, chi vuole gli inciuci ne trovi uno più bravo di me. Questo referendum lo vinciamo....». Finale «dalla ricca Bergamo, ricca di valori prima ancora che di soldi, di bellezze artistiche e imprenditoriali, partiamo con questa riforma che ridà potere alle persone» , con le note di «People have the power» di Patti Smith.

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