Quarto giorno di viaggio per i pellegrini bergamaschi: il sentiero dei pastorelli di Fatima e la visita a Tomar - Video

Il pellegrinaggio diocesano Venerdì 15 luglio i 150 pellegrini, accompagnati dal vescovo Francesco Beschi, hanno meditato sull’intercessione di Maria attraverso i pastorelli e sulla preghiera per la pace.

Venerdì 15 i pellegrini bergamaschi che si trovano in Portogallo, nel viaggio diocesano organizzato da Ovet accompagnati dal vescovo Francesco Beschi, hanno vissuto una giornata di misteri, tutti legati dalla fede. Al mattino la Via Crucis lungo il sentiero che i pastorelli di Fatima percorrevano tutti i giorni con le loro greggi. Un itinerario affascinante che si snoda sulla collina tra il luogo delle Apparizioni e il villaggio dove vivevano Giacinta, Francesco e Lucia.

Un paesaggio circondato da ulivi e lecci che hanno offerto ombra ristoratrice ai pellegrini. A ogni stazione della Via Crucis, donata dalla comunità ungherese, i bergamaschi hanno ascoltato la meditazione del vescovo che ha aiutato a comprendere il mistero dell’intercessione della Madonna attraverso i pastorelli, piccoli discepoli.

Il pellegrinaggio diocesano, quarto giorno: la Via Crucis

Nel pomeriggio il mistero si è infittito perché il gruppo di bergamaschi ha raggiunto Tomar, la città dei Templari, dove hanno visitato il Convento di Cristo. Un complesso meraviglioso realizzato dai Cavalieri, nel quale si celano ovunque i simboli di questo misterioso e antico Ordine che difendeva la Terra Santa. Entrando nel castello-convento si coglie un’atmosfera seriosa e, a tratti, cupa, come nel lungo corridoio delle celle costruito con due rami come la croce di Cristo.

Il pellegrinaggio diocesano, quarto giorno: visita alle tombe dei pastorelli

Ma lo straordinario è apparso agli occhi dei pellegrini quando hanno varcato la chiesa Charola (Rotonda), nel cuore del convento. Una struttura circolare con gli stessi principi dei grandi templi di Gerusalemme. Un’opera d’arte simbolica anche nell’architettura: poligonale a sedici lati all’esterno e all’interno un’altra struttura ottagonale che si collega con grandi archi. Si dice che questa forma fosse stata realizzata perché i Templari potessero assistere alle celebrazioni anche a cavallo.

Il pellegrinaggio diocesano, quarto giorno: la chiesa Charola

Al termine della visita al convento dei templari, i pellegrini si sono spostati in città nella chiesa di San Francesco dove il vescovo Beschi ha tenuto una riflessione sulla preghiera per la pace: «Non vergogniamoci di pregare. E non preoccupiamoci se sembra che nessuno risponda alle nostre preghiere. Dobbiamo accostarci alla preghiera vivendo di più il Vangelo, altrimenti la nostra vita resta impermeabile. E cerchiamo l’intercessione, come Gesù che ha posto una mano sulla spalla di Dio e una sulla spalla dell’uomo. Perché l’intercessione è il mettersi in mezzo alle tensioni. Preghiamo dunque per la pace rischiando la posizione in mezzo tra aggressore e aggredito. Non siamo negoziatori, ci poniamo in mezzo come ha fatto Gesù. Noi lo facciamo pregando. Poi nasceranno le vie del dialogo, della riconciliazione e della pace».

Il pellegrinaggio diocesano, quarto giorno: nella chiesa di San Francesco a Tomar

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