Cronaca / Bergamo Città
Domenica 02 Luglio 2017
Quando un incontro può salvare la vita
Un’amica scopre la malattia e la salva
I cambiamenti al volto confusi con l’invecchiamento. Poi all’ospedale curata per un adenoma all’ipofisi.
Nella vita di tutti i giorni, poi, può accadere perfino che l’abitudine, gli impegni, i pensieri ci facciano trascurare cambiamenti lenti ma significativi nei lineamenti del volto, senza immaginare che possano essere la spia di una patologia seria. È stato così per Rina Sala, che ha scoperto solo per caso di essere affetta da acromegalia: «Mia figlia Emilia D’Elia è cardiologa all’ospedale di Bergamo, e una sera aveva invitato alcuni amici a casa, medici come lei. Tra loro c’era una sua compagna di università che rivedendomi dopo dieci anni si è sorpresa moltissimo, perché ha notato nel mio viso cambiamenti molto profondi. Il tempo trascorso probabilmente ha reso le trasformazioni che a noi erano sfuggite particolarmente evidenti ai suoi occhi. È stata davvero una fortuna, perché poi ci siamo rese conto che senza nemmeno visitarmi aveva già azzeccato la diagnosi».
L’acromegalia è una patologia endocrino-metabolica secondaria a una esagerata secrezione di ormone della crescita (Gh). I cambiamenti che provoca nel corpo sono lenti e subdoli, e spesso accompagnati, nella fase iniziale, da un’ingannevole sensazione di benessere e di energia. L’aumento della produzione di questo ormone è spesso dovuta a un tumore, solitamente benigno (adenoma), dell’ipofisi, una piccola ghiandola endocrina situata alla base del cervello. Anche nel caso di Rina è stato così: «Prima dell’esame – racconta – il medico mi ha avvisato che se l’adenoma fosse stato troppo grande non avrei potuto essere sottoposta a un intervento chirurgico per rimuoverlo, e che in quel caso l’unica scelta possibile sarebbero state alcune terapie farmacologiche. Per fortuna le sue dimensioni erano invece ridotte, così è stato possibile asportarlo completamente.
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