Cronaca / Bergamo Città
Venerdì 29 Gennaio 2021
Post Covid, almeno 9.000 famiglie fragili
Rete di servizi socio-sanitari in aiuto
Nasce l’Anagrafe delle fragilità: in città 1.198 persone in difficoltà, soprattutto anziani.
I dati epidemiologici di Ats Bergamo raccontano che la pandemia Covid-19 ha colpito nel nostro territorio soprattutto i pazienti fragili, prevalentemente anziani, con presenza di patologie croniche, i soggetti in condizioni di vulnerabilità socio-economica ed isolamento sociale, gli ospiti di strutture comunitarie residenziali assistenziali sociosanitarie.
Sulla base di questa premessa, nasce il progetto «Verso un’anagrafe per la fragilità», condiviso da tutte le Amministrazioni comunali della Provincia di Bergamo, tre distretti, 14 Ambiti, 243 Comuni, in raccordo con il Consiglio di rappresentanza dei Sindaci, che si pone l’obiettivo di programmare e costruire, attraverso un’indagine tramite interviste domiciliari di cittadini ritenuti a rischio, una rete di servizi sociali e socio-sanitari che, in un’ottica di contrasto e prevenzione al Covid-19, rispondano in modo efficace alle nuove esigenze della popolazione.
«Grazie a un modello operativo di integrazione tra dati di natura clinici, sociosanitari e socio assistenziali, Ats ha realizzato un database di persone che hanno avuto principalmente un problema sanitario. Queste persone, ritenute in condizione di elevata fragilità, sono coloro a cui è rivolta l’indagine proprio perché potenzialmente esposti clinicamente, prima ancora che socialmente, a un rischio alto in situazioni come quella dell’emergenza pandemica ancora in corso – dichiara l’assessore alle Politiche sociali, Marcella Messina –. L’anagrafe va proprio quindi a monitorare il loro stato attuale, il raccordo, se necessario, con infermieri di comunità e medici di base. Per noi poi amministratori è utile capire se possiamo anche rinforzare gli aiuti ai caregiver, qualora fosse necessario, e collegare tra loro i servizi esistenti per la persona».
«Per quanto riguarda l’Ambito di Bergamo, di cui il nostro Comune è capofila, – afferma la responsabile dell’Ufficio di Ambito del Comune di Bergamo Gabriella Paganelli –. Nel database fornito da Ats ci sono 1.440 nominativi di persone del nostro Ambito, 1.198 in città, ritenute in condizioni di elevata fragilità (9.000 circa a livello provinciale). Sono cittadini over 65 anni per l’85,6% e per il 14,4% nella fascia dai 18 ai 64 anni di cui è necessario valutare le attuali condizioni di vita e di protezione sociale. Per questo abbiamo strutturato un team di lavoro dedicato, e già operativo, che fa capo ai Servizi sociali coinvolti direttamente nella fase sia progettuale che operativa di questa iniziativa».
«Per costruire la banca dati abbiamo bisogno della collaborazione dei 1.440 cittadini indicati da Ats – racconta da Paola Consonni referente del progetto –. Il team è costituito dalla coordinatrice dell’unità operativa anziani del Comune di Bergamo, Cristina Trussardi, dalla coordinatrice delle educatrici, Cecilia Cavagnera, e da cinque educatrici individuate grazie alla collaborazione con il terzo settore. Si evidenza anche che per la realizzazione del progetto stanno collaborando anche le assistenti sociali dei servizi sociali comunali. Le educatrici sono formate in modo specifico rispetto all’attività richiesta, stanno contattando telefonicamente i cittadini per fissare giorno ed orario in cui effettuare l’intervista domiciliare. Sono persone che hanno anche ricevuto da tempo la lettera a firma del Sindaco e dell’assessore Messina, in cui veniva anticipata sinteticamente l’iniziativa».
«Assicuriamo che gli educatori – continua Paola Consonni – entrano nelle abitazioni in piena sicurezza, dotati di tutti i necessari presidi anti Covid previsti dalla normativa e con il loro tesserino di riconoscimento, e raccolgono con grande garbo e rispetto le informazioni che la persona, spesso affiancata da un familiare, è disposta a fornire. Le domande riguardano diversi argomenti: l’autonomia nello svolgere le necessarie attività di cura personale, le abilità digitali, le condizioni lavorative, l’esistenza di una rete sociale di protezione, il carico di cura dei familiari, le condizioni abitative. Un lavoro certamente delicato ma di straordinaria importanza rispetto all’obiettivo che il progetto complessivamente si pone di realizzare».
I cittadini che ricevono la lettera possono contattare il numero «Bergamo Aiuta» 342.0099675 da lunedì a venerdì dalle 9.00 alle 13.00 per raccogliere ulteriori informazioni in merito al progetto e per fissare eventuale visita domiciliare.
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