Pioggia di «no» per l’Ape Social
Pensioni, Cisl sulle barricate

Sono tantissime le domande per l’accesso all’anticipo pensionistico sociale respinte dall’INPS. Anche l’INAS di Bergamo sta facendo i conti, in questi giorni, con il massiccio ritorno di risposte negative che l’istituto previdenziale sta consegnando anche al patronato della CISL orobica.

Lo scorso luglio, INPS e patronati sindacali furono presi d’assalto da una platea oggettivamente più numerosa di quella che aveva effettivamente i “numeri” per l’anticipo pensionistico, ma il lavoro degli sportelli aveva scremato le domande non presentabili, e a Bergamo il numero delle richieste accettate è stato di circa 2000. «Le aspettative della gente sono state molto più alte di quella che è stata la reale possibilità offerta dalla legge – dice Daniela Zucchelli, responsabile dell’INAS CISL di Bergamo. Sulla questione è stata fatta informazione eccessiva e confusa. Inoltre, le procedure e la documentazione previste dall’INPS hanno complicato di molto il lavoro».

Ma ora, al “boom” di domande (66mila a livello nazionale presentate entro la scadenza dello scorso 15 luglio), sta ora seguendo una pioggia di respingimenti. In provincia, molti edili e tanti autotrasportatori con oltre 41 anni di lavoro sono stati i maggiori fruitori dei servizi INAS. E adesso, con un ritorno negativo di circa il 40%, sono gli stessi lavoratori a subire la beffa, anche se le respinte riguardano anche le certificazioni dei precoci e colpiscono indistintamente tutte le categorie individuate dalla legge, disoccupati; persone che svolgono assistenza a parenti con handicap; lavori faticosi e pesanti.

La FILCA CISL nazionale, sindacato dei lavoratori edili, giudica “ingiusta, sbagliata e inaccettabile” la decisione dell’Inps .

«Molti di quei richiedenti – spiega Macale, segretario nazionale della categoria – sono lavoratori edili che hanno passato una vita nei cantieri, un lavoro durissimo e faticoso. Alimentare le loro speranze e aspettative, per poi utilizzare meri cavilli, come i codici Ateco delle aziende di appartenenza, per negare loro di andare in pensione è quanto di più deprecabile e odioso. Il comportamento dell’Inps – rincara la dose Macale – è a dir poco vergognoso, e sapere che con i ricorsi una parte di quelle domande respinte sarà accolta non cambia lo stato delle cose. Non è la prima volta che l’Inps, per mere questioni di cassa, interpreta in modo restrittivo gli accordi, a volte andando anche contro la legge. Bisogna subito fare chiarezze su queste rigidità imposte dall’Inps e dare seguito alla riforma delle pensioni introdotta dal governo, che prevede misure importanti come l’Ape sociale, per le quali ci siamo battuti e sulle quali non intendiamo arretrare di un centimetro, anzi. Anche perché - conclude Macale -, nel frattempo nei cantieri si continua a morire, e oltre il 22% delle vittime è ultra sessantenne». «Occorre trovare una soluzione – sottolinea Giacomo Meloni, segretario generale CISL Bergamo -, perché i criteri attuali sono troppo rigidi. Si prefigura il pericolo di una bomba sociale. L’elevata percentuale di respingimenti rischia di spegnere speranze e aspettative».

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