Per «I Quartieri al Centro» ecco Santa Lucia: bebè cercansi, nel 2020 solo 13 nascite

Con 3,4 nati ogni 1.000 abitanti, nel rione il peggior dato cittadino. Anche gli abitanti in calo: dai 4.916 del 1987 ai 3.843 dell’ultima rilevazione.

Meno abitato, più anziano e con sempre meno nascite. Dal quartiere di Santa Lucia arriva la fotografia della strada demografica che ha imboccato gran parte del Paese, qui con contorni ancora più nitidi. A due passi dal centro, in questa zona residenziale e di pregio praticamente tutti gli indicatori quantitativi mettono in risalto lo scorrere del tempo, senza che gli anni più recenti abbiano scalfito una tendenza che pare rendere questo spicchio di Bergamo poco attrattivo – o accessibile – per i giovani.

Il dato più ampio, di partenza, è il deciso calo di abitanti . Erano 4.916 i residenti nel 1987, sono scesi sino a 3.843 alla fine del 2020: in un trentennio abbondante, Santa Lucia ha perso il 21,8% dei cittadini; solo l’area di viale Papa Giovanni (-29,5%) e Città Alta (-26,2%), in proporzione, hanno fatto peggio. Qualche segnale di frenata in realtà si scorge, se si posa la lente sugli ultimissimi anni: dopo che nel 2013 si è toccato il minimo con 3.671 abitanti, s’è innescato un piccolo rimbalzo che ha sostanzialmente «ridato» quasi 200 cittadini negli ultimi anni. Il 2020, in particolare, restituisce un quadro incoraggiante a proposito dell’attrattività: a fronte di 185 cittadini che si sono trasferiti fuori dal quartiere, sono stati 286 quelli che sono invece venuti ad abitare qui; il saldo (101 residenti in più, al netto dei decessi) è stato tra i più alti della città, mentre fino a qualche anno fa la differenza tra arrivi e partenze era spesso negativa. Resta però altalenante il mercato immobiliare: sempre nel 2020 le compravendite sono state 97, con un calo del 13% delle transazioni, mentre i prezzi – praticamente invariati, 1% in meno– superano i 2mila euro al metro quadrato e sono tra i più alti della città. D’altronde, anche i redditi qui sono buoni: 32.970 euro annui a testa, in media.

Il crollo delle nascite

Ciò che più risalta, scavando tra i dati, è l’assottigliamento della natalità. Qui si osservano i dati peggiori della città: nel 2020 Santa Lucia ha registrato solo 13 nascite, il dato più basso da quando si monitora l’andamento dei quartieri; calibrando questi bebè sul numero degli abitanti, si viaggia a 3,4 nati ogni 1.000 residenti, appunto la performance più bassa dei rioni cittadini e un valore praticamente dimezzato rispetto alla media (la città si attesta a 6,3 nati ogni 1.000 abitanti). La parabola delle nascite è decisamente e continuamente discendente: i fiocchi rosa o azzurri erano stati 36 nel 2003 (pari a 8,9 ogni 1.000 abitanti, esattamente lo stesso valore della media cittadina) e hanno avuto una prima caduta a quota 23 nel 2007, prima di risalire ancora a 36 nel 2011; è stata tuttavia un’inversione illusoria, perché immediatamente la natalità si è di nuovo erosa, sino a segnalare un minimo di 16 nascite nel 2015 e, infine, un dato ancora peggiore del 2020.

Non è dunque un quartiere per famiglie numerose: i nuclei composti da 5 persone – tipicamente madre, padre e tre figli – sono solo il 2,5% (la media cittadina è del 2,9%) e quelli con 6 o più componenti sono solo lo 0,4% (la media cittadina è dell’1,1%). Tra l’altro, in valori assoluti, le famiglie con 6 o più componenti sono in tutto 7, a Santa Lucia: solo il quartiere di Pignolo ne ha di meno, 5 famiglie in tutto. Resistono comunque le composizioni più «ristrette», per esempio i nuclei di 4 persone sono il 12,5% (due punti percentuali sopra la media cittadina), mentre i nuclei di 3 persone sono il 14,5% (in linea col dato medio, 14,2%).

Inevitabilmente l’età media – che già trent’anni fa era più alta che nel resto della città – si è continuamente alzata. In particolare, cresce il peso degli ultraottantenni: rappresentavano il 4,8% degli abitanti nel 1987 e sono ora il 12,3%. Emerge così un mix di bisogni, vecchi e nuovi, a cui dare risposta: le realtà che hanno partecipato alla rete di quartiere nell’ultimo anno sono state 16, uno dei dati più bassi tra i diversi rioni della città.

Stranieri in calo

Anche la traiettoria della presenza straniera descrive un saliscendi demografico. Trent’anni fa, Santa Lucia vedeva una presenza di cittadini non italiani superiore rispetto alla media del capoluogo: gli stranieri erano 42 a fronte di 4.916 abitanti e rappresentavano lo 0,9%, mentre in città la quota era dello 0,5%. Nel 2020 gli stranieri di Santa Lucia sono saliti a 387, ma in proporzione sono solo il 10,1% dei residenti nel quartiere: in città, invece, i non italiani rappresentano il 16,6%. Nell’ultimo decennio, tra l’altro, sono diminuiti: gli stranieri a Santa Lucia erano arrivati sino a quota 458 nel 2011, dopodiché già nel 2013 erano scesi a 348 (110 in meno in due anni); sono lentamente risaliti sino ai 409 del 2018, dopodiché nei due anni successivi sono diminuiti nuovamente. Tra l’altro, anche la popolazione straniera sta invecchiando: il 13,3% è minorenne, il 34,1% ha tra i 19 e i 39 anni, il 37,7% ha tra i 40 e i 59 anni, il 14,6% tra i 60 e i 79 anni e lo 0,3% è over 80. Nel 2020, nel quartiere è nato un solo bambino da genitori stranieri: un altro segnale dell’«italianizzazione» demografica, con famiglie ora più strette.

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