S’inaugura mercoledì 8 maggio alle 18 al Museo della Fotografia «Sestini» di Bergamo in Città Alta la mostra dedicata a Pepi Merisio.
Un racconto attraverso le parole chiave che hanno guidato la poetica di questo artista dell’obiettivo, dall’attenzione alla tematica del lavoro ai ritratti: «Fotografo allo stesso modo il contadino come il Papa. Il lavoro, la tradizione contadina, sono sempre stati i miei temi prediletti. Mi piace fotografare la gente normale, che si alza la mattina e deve andare a lavorare tutto il giorno» ha raccontato Merisio in un’intervista: «La spiritualità l’ho vissuta fin da piccolo, con il Santuario di Caravaggio: vedere i pellegrini che arrivavano con i carri di notte e dormivano sotto i portici mi ha sempre affascinato». «La fotografia è documentare quello che succede, senza attendere fatti spettacolari, perché lo spettacolo è la vita stessa».
L’antologica «Guardami», al Museo della fotografia - oltre 250 scatti scelti da Merisio stesso - rimarrà poi aperta fino al 1° settembre.
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