Pensioni, il piatto piange anche nel 2021
Aumenti compresi tra i 10 e i 20 euro

Le pensioni di gennaio contengono da sempre alcune voci che possono trarre in inganno sul totale incassato.

Una cosa è certa: per il 2021 le somme percepite rimarranno praticamente invariate rispetto allo scorso anno. Nei giorni scorsi i 321 mila pensionati orobici hanno trovato sul proprio conto corrente l’accredito della pensione, che comprende anche una voce una tantum relativa al microadeguamento dello 0,1%. La somma nel cedolino è compresa tra i 10 e i 20 euro, in base all’ammontare della pensione e alla relativa aliquota, e deriva dalla perequazione automatica, visto che per il 2020 è stato stabilito in via definitiva l’aumento dello 0,5% in base all’inflazione. Sul rateo di pensione di gennaio si è proceduto al conguaglio rispetto al valore dello 0,4% utilizzato in sede di rinnovo per il 2020. Stesso discorso si farà a gennaio 2022, anche se non sono previste novità positive per i pensionati bergamaschi, tenuto conto che nel 2020 l’inflazione ha viaggiato addirittura in territorio negativo.

Spesso l’aumento una tantum non viene riscontrato nelle pensioni, in quanto a gennaio è previsto anche un conguaglio negativo per la differenza fra il dovuto e il versato nel 2020 ai fini fiscali per le addizionali Irpef regionali e comunali. E sono numerosi i pensionati bergamaschi che, nonostante il meccanismo di perequazione relativo all’inflazione, si sono visti accreditare una pensione con qualche decina di euro in meno.

«Nei primi mesi dell’anno, in particolare a gennaio, le pensioni subiscono una serie di conteggi relativi alla perequazione e al conguaglio delle addizionali comunali e regionali – commenta Caterina Delasa, segretaria generale di Fnp-Cisl Bergamo –. Ogni anno c’è questa preoccupazione alla prima rata di pensione ed è anche un po’ frutto dell’incertezza che vivono i nostri pensionati, che da anni vedono diminuire il potere d’acquisto delle pensioni e si aspettano a ogni inizio d’anno brutte sorprese. Nonostante le nostre richieste di una rivalutazione che consentisse un recupero della perdita del valore delle pensioni, almeno per quelle fino a 5 volte il minimo, per il 2021 i trattamenti non beneficeranno di adeguamenti. Come sindacato ci rendiamo conto delle difficoltà del periodo ma ci aspettavamo comunque un segnale dal governo. Siamo sempre a disposizione dei pensionati per qualsiasi esigenza».

Per il 2021 le pensioni minime rimangono dunque ferme a 515,58 euro, mentre le pensioni sociali ammontano a 379,33 euro mensili.Il consiglio consiste nel controllare attentamente, anche grazie all’aiuto dei sindacati, il cedolino della pensione, il documento che consente di verificare l’importo erogato ogni mese dall’Inps, che è accessibile sul portale dell’istituto di credito, con accesso tramite il vecchio pin o le nuove credenziali Spid.

«Purtroppo nel 2021 non erano previsti adeguamenti ai trattamenti ordinari – afferma Marcello Gibellini, rappresentante di Cgil, Cisl e Uil nel comitato Inps di Bergamo –. Nei giorni scorsi abbiamo ricevuto numerosi pensionati, allarmati perché stranamente le pensioni di gennaio sono state accreditate il 5 del mese, con un giorno di ritardo rispetto al previsto. Il 2020 è stato sicuramente un anno difficile per i nostri pensionati. A causa dell’epidemia causata dal Covid-19, ne sono mancati 5.400 a marzo e 1.800 ad aprile, quando la media mensile degli anni precedenti era di 800 defunti. Il saldo è negativo per 5.600 unità».

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