«Pensioni d’oro», la scure dal 2019
Sopra i 100 mila euro tagli dal 15% al 40%

L’Inps: dal 1° gennaio prossimo e per la durata di cinque anni i trattamenti pensionistici diretti complessivamente eccedenti l’importo di 100.000 euro lordi su base annua sono ridotti di un’aliquota percentuale in proporzione agli importi.

Arriva da giugno il taglio sulle «pensioni d’oro» previsto dalla legge di Bilancio. Lo chiarisce l’Inps con una circolare nella quale si ricorda che a decorrere dal 1° gennaio 2019 e per la durata di cinque anni «i trattamenti pensionistici diretti complessivamente eccedenti l’importo di 100.000 euro lordi su base annua sono ridotti di un’aliquota percentuale in proporzione agli importi dei trattamenti pensionistici». La riduzione partirà dal 15% per la quota di assegni tra 100.000 e 130 mila euro fino ad arrivare al 40% per la quota oltre 500 mila euro.

Gli importi saranno ridotti del 15% per la quota di importo da 100.000 a 130.000 euro; del 25% per la quota di importo da 130.000 a 200.000 euro; del 30% per la quota di importo da 200.000 a 350.000 euro; del 35% per la quota di importo da 350.000 a 500.000 euro; del 40% per la quota di importo eccedente i 500.000 euro. Ai fini dell’individuazione dell’importo pensionistico complessivo superiore a 100.000 euro rilevano gli importi lordi su base annua di tutti i trattamenti pensionistici diretti a prescindere dal sistema di calcolo adottato per la liquidazione degli stessi. Non sono considerate le pensioni di invalidità e quelle riconosciute a vittime del dovere.

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