Pensione di cittadinanza a Bergamo
Cisl: «Insufficiente e difficile da ottenere»

Secondo l’Inps tra città e provincia sono assegnati 1.211 assegni da 215 euro su un bacino di 25 mila di over 67 con un reddito sotto i 7.500 euro. Meloni: «Serve una adeguata rivalutazione nel segno nell’equità».

«La pensione di cittadinanza interessa 1.211 bergamaschi che maturano un assegno mensile in media di 215 euro. Su oltre 320 mila pensionati, è una percentuale veramente irrisoria. Lo è anche riferita al numero degli “incapienti”: 162.113 (più del 20% dei contribuenti totali) e se si considera che gli ultra 67enni sotto il limite di 7.500 euro di reddito sono in provincia quasi 25mila». A denunciarlo è la segreteria provinciale Fnp Cisl Bergamo.

«Non una vera sorpresa, se si guardano i grafici Inps - spiega la Fnp Cisl –: Bergamo e provincia, infatti, sono tra i territori con il minor tasso di inclusione, subito dietro Bolzano e Belluno, con meno di 12 persone coinvolte ogni mille abitanti».

«La bassa percentuale di persone che percepisce la pensione di cittadinanza è la dimostrazione che questa misura non ha cambiato la condizione dei pensionati» spiega Giacomo Meloni, della segreteria provinciale di Fnp Cisl Bergamo, leggendo i dati diffusi dall’Inps, dai quali risulta che per i pensionati bergamaschi si tratta di una misura che ha un’efficacia del tutto residuale rispetto alla potenziale platea di beneficiari.

«Come sindacato, la Pensione di cittadinanza non ci ha mai entusiasmato. Vi sono troppi paletti per percepirla, la conseguenza è che pochissimi pensionati incapienti ne hanno diritto. Tuttavia sarebbe drammatico se la perdessero anche quei pochi che ne beneficiano – continua Meloni –. Anche perché, in caso di decadenza, i tempi tecnici per ripristinarla sono tali per cui si crea un vuoto di almeno un mese. Quello che serve ai pensionati è una adeguata rivalutazione delle pensioni, di una riforma fiscale vera, strutturale e nel segno nell’equità».

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