Pendolari sull’operazione sicurezza
«Solo marketing, ora controlli sui bonus»

L’operazione sicurezza a bordo dei treni Trenord «è stata solo marketing» e inoltre servono «più chiarezza e controlli da parte della Regione nell’applicazione dei bonus sugli abbonamenti in caso di ripetuti disservizi».

Questi alcuni dei punti chiave su cui hanno insistito i rappresentanti del comitato pendolari e viaggiatori lombardi, Simone Verni e Matteo Mambretti, auditi in Commissione regionale Territorio. I due sono componenti della conferenza regionale del trasporto pubblico locale, un tavolo previsto dalla legge regionale e a cui partecipano rappresentanti dei pendolari, delle aziende di trasporto, dei sindacati del settore, di Legambiente e della Regione.

La campagna sulla sicurezza sui treni e nelle stazioni, avviata dalla Regione e da Trenord, aveva portato lo scorso 1° settembre all’entrata in servizio di 150 «vigilantes» che erano in sostanza degli steward, senza possibilità di provvedere a sanzioni. Dal 1° febbraio, poi, sono arrivate delle vere e proprie guardie giurate. Nel corso dell’audizione i rappresentanti dei pendolari hanno denunciato che quella avviata a settembre «è stata solo un’operazione di facciata e di marketing», perché «questo personale non aveva la possibilità di intervenire direttamente ma doveva avvisare la polizia». Complessivamente l’operazione «è costata alle casse pubbliche 7 milioni» e «non è servita a ridurre la percentuale delle evasioni dei biglietti». Infatti «in Conferenza regionale del tpl ci hanno detto che nel 2014 il 46% delle spese veniva coperto con l’entrate che arrivavano da ticket e abbonamenti, percentuale scesa al 39% nel 2015».

Oggi i rappresentanti regionali han partecipato a un'audizione in Consiglio Regionale.Tra i temi: richieste di...

Pubblicato da Quellideltreno - Comitato Pendolari Bergamaschi su Giovedì 11 febbraio 2016

I pendolari chiedono anche «più chiarezza e controlli nell’applicazione dei bonus sugli abbonamenti» previsti nei casi di superamento di quello che viene definito «standard minimo». A controllare, infatti, «deve essere la Regione e non direttamente Trenord». Altra nota dolente riguarda la conferenza regionale del tpl che «dovrebbe essere un organo di consultazione, ma in realtà si viene solo informati delle decisioni già prese».

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