Omicidio Roveri, caccia allo smartphone
Gli inquirenti: «Non c’è un serial killer»

Controllata la zona vicino all’abitazione di Colognola, dove la 48enne è stata uccisa la sera di martedì 20.

Per tre ore hanno setacciato tutto il quartiere dell’Azzanella: quindici agenti, tre pattuglie del reparto prevenzione crimine della Lombardia e gli uomini della squadra Mobile della questura con il dirigente Giorgio Grasso, hanno cercato quello smartphone in ogni cespuglio, giardino e prato. È importante per gli inquirenti, coordinati dai pm Davide Palmieri e Fabrizio Gaverini, ritrovare l’iPhone: potrebbe esserci un’impronta dell’assassino o comunque fotografie o messaggi WhatsApp in grado di fornire elementi utili alle indagini.

Nessuno ha visto il killer fuggire, la sera di martedì 20 dicembre e le poche telecamere della zona non avrebbero ripreso nulla di utile. È probabile che sia fuggito attraverso il parco accanto al condominio di via Keplero e da lì verso la zona dove ieri si sono concentrate le ricerche. Avrebbe avuto meno probabilità di essere visto. Le modalità del delitto sono molto violente e del tutto simili a quelle con cui è stata uccisa l’ex professoressa di Seriate Gianna Del Gaudio, sgozzata nella cucina di casa il 26 agosto. Gli inquirenti tuttavia smentiscono con fermezza possibili collegamenti tra i due omicidi e stroncano ogni ipotesi sulla presenza di un serial killer.

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