Nuovo decreto, tagli agli esami
«I costi sono a carico dei pazienti»

«No, questo esame non posso più prescriverlo a carico del Servizio sanitario nazionale». In questi primi mesi del 2016 sempre più pazienti si sono sentiti rivolgere questa frase dal proprio medico.

Colpa del cosiddetto «decreto sull’appropriatezza» delle prescrizioni di esami diagnostici o accertamenti specialistici, meglio noto come «decreto Lorenzin», che sancisce nuove modalità per effettuare un esame diagnostico (dalla misurazione del colesterolo alla risonanza magnetica, fino agli antigeni per forme tumorali, passando dai test per le allergie) a carico del Servizio sanitario nazionale. Sono oltre 200 le prestazioni soggette a queste nuove regole, e dopo la sordina dell’entrata in vigore, ora sia i pazienti, sia i medici stanno cominciando a sentire gli effetti del decreto.

Il decreto colpisce anche persone con malattie pregresse gravi, come il cancro, che hanno scoperto di non poter più effettuare gratuitamente test di antigeni, se non rientravano nel preciso quadro clinico indicato dal decreto Lorenzin, salvo sborsare parecchi soldi di tasca propria e fare l’esame privatamente. «Senza tanti giri di parole, questo decreto è stato scritto con i piedi, e anche in modo decisamente svantaggioso, per alcune indicazioni, per gli utenti – evidenzia Guido Marinoni, segretario provinciale della Fimmg, Federazione italiana medici di medicina generale – . Ma in primo luogo è un decreto che sta facendo passare un concetto non condivisibile: ovvero l’appropriatezza di un esame non può essere regolamentata per legge».

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