Novavax, partenza senza il botto: a Bergamo in due giorni 73 dosi

Nuovo vaccino Le somministrazioni solo al «Papa Giovanni». Decine di telefonate, e c’è chi è arrivato dal Veneto.

Non è più il fiume impetuoso di maggio o giugno, l’apice della fase massiva per la prima dose, o quello di dicembre e gennaio per la terza dose. Qualcuno però ancora c’è, in coda negli hub: chi perché il Green pass è in scadenza, e chi – ecco la novità di questo inizio settimana – finalmente s’è convinto. Il nocciolo degli scettici si sta infatti leggermente erodendo grazie a Nuvaxovid, lo spigolosissimo nome commerciale del nuovo vaccino di Novavax. Certo non è una corsa sfrenata e non si è partiti col botto: al «Papa Giovanni», l’unico hub bergamasco dove si inocula il nuovo farmaco, ne sono state iniettate finora 73, di cui 31 nel debutto di lunedì e 42 ieri. Numeri residuali, vero, ma comunque persone che altrimenti non si sarebbero neanche vaccinate.

In Lombardia non si viaggia comunque a maggior velocità: dopo i 286 vaccinati con Novavax nella giornata di lunedì, ieri – l’aggiornamento è delle 17,30 – se ne sono aggiunti 523. In totale la Lombardia somma 209 somministrazioni di Novavax nel Milanese, 112 in Brianza, 107 a Varese, 86 a Brescia, 49 a Lodi, 47 a Lecco, 38 a Cremona, 26 a Mantova, 25 a Como, 22 a Pavia, 8 a Darfo per la Valcamonica, 7 a Sondrio. L’attesa però deve essere tanta, se è vero che nella giornata di lunedì al «Papa Giovanni» s’è presentato un signore residente in Veneto, chiedendo di Novavax perché dalle sue parti non lo trovava. E dallo scorso weekend, cioè da quando si è annunciato il via a queste iniezioni, sono diverse decine al giorno le telefonate che l’hub bergamasco riceve da persone non vaccinate che potrebbero convincersi.

«Superare certi timori»

Nella sala d’attesa nella tensostruttura esterna al «Papa Giovanni» c’è chi ha appena ricevuto Novavax. «Non sono no-vax – sottolinea un cinquantenne bergamasco fresco d’iniezione –. In passato avevo avuto delle forti reazioni avverse a un farmaco, e avevo timore a vaccinarmi con i vaccini a mRna. Non mi sentivo tranquillo, ho preferito aspettare e ora è arrivato questo: l’ho fatto, vediamo come starò nei prossimi giorni. Nel frattempo, visto che il Green pass serve ovunque, avevo accettato comunque le restrizioni che dovevo subire».

«Sicuramente abbiamo una quota di utenti non ancora vaccinati che aspettavano il nuovo vaccino – rileva l’infettivologo Giampaolo Quinzan, referente medico della campagna vaccinale dell’Asst Papa Giovanni –. La sicurezza dei precedenti vaccini è analoga a questo, ma Novavax può permettere di superare certi timori e ansie del paziente, e questo non può far che piacere». Ma perché questi timori? «Nascono dal fatto che i vaccini a mRna (Pfizer e Moderna, ndr) contengono un frammento di mRna – spiega Quinzan –. Novavax invece no, è un vaccino proteico: utilizza una tecnologia precedente, meno innovativa, ed è del tutto simile ai vaccini contro l’epatite o il papilloma. Non viene cioè introdotto un frammento di mRna, ma la proteina spike che va a evocare la risposta immune. Anche questo è un vaccino efficace, che ha avuto una larga sperimentazione clinica ed è già impiegato in altri Paesi». L’ultimo miglio della campagna resta decisivo: «Si tratta non tanto di convincere, ma di recuperare – precisa l’infettivologo – grazie a questo vaccino una quota di persone che altrimenti non si sarebbero vaccinate. Ci saranno degli irriducibili, ma ogni singolo che si vaccina è prezioso».

L’impiego di Novavax

Il «Papa Giovanni» è l’unico centro bergamasco per questo nuovo vaccino, ed è in sede di anamnesi che il medico valuta le richieste. È indicato come ciclo primario (prima e seconda dose, a distanza di 21 giorni) per gli over 18 anni, senza limiti di categoria; non è invece utilizzabile come dose booster o nella vaccinazione eterologa. Sono soprattutto persone di mezza età quelle che lo richiedono: ieri in Lombardia sono state utilizzate 51 dosi di Novavax nella fascia 18-29 anni, 48 dosi tra i 30-39enni, 81 tra i 40-49enni, 186 tra i 50-59enni, 122 tra i 60-69enni, 26 tra i 70-79enni, 9 tra gli ultraottantenni (compresa una dose per un ultranovantenne).

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