Norbert, triatleta con gli occhi degli altri
«Ma ho bisogno di guide volontarie»

Norbert Casali, 21enne non vedente, cerca amici che lo affianchino negli allenamenti: «Non è un ruolo difficile».

«Sii i miei occhi»: è una frase che sottintende una grande fiducia, vuol dire «metto la mia mano nella tua, puoi guidarmi». Chi l’ha sperimentato - in qualunque modo - conosce la difficoltà e la fatica di affidarsi a un altro, abbandonando il timone delle proprie azioni.

Affidarsi, però, non è un gesto di debolezza, come mostra l’esperienza di Norbert Casali: oggi ha 21 anni ma quando ne aveva undici ha incominciato ad accusare i primi sintomi di una malattia degenerativa che gli ha tolto quasi completamente la vista, la «distrofia degenerativa dei coni». A volte ha bisogno di avere vicino persone che lo guidino, ma nonostante questo è riuscito a raggiungere molti traguardi. Studia all’università, ha vissuto da solo a Trieste in un appartamento per un anno e mezzo prima di trasferirsi di nuovo a Bergamo, è campione paralimpico di triathlon, corre con l’Omero runners, promuove incontri di sensibilizzazione e formazione con gli studenti delle scuole.

Ha accettato la sua fragilità, che è cosa ben diversa dall’arrendevolezza: colpiscono, in lui, il coraggio, l’energia e il sorriso contagioso, come se la capacità di accettare limiti così pesanti per un ventenne gli avesse portato in sorte anche la forza di superarli, di buttare il cuore oltre l’ostacolo, comunicando agli altri entusiasmo ed energia.

«Studio scienze dell’educazione, scienze sportive e motorie – spiega Norbert –. È il primo corso di questo tipo in Italia, molto bello, e mi è stato riconosciuto lo status di studente atleta, al quale tenevo moltissimo. Vuol dire che posso continuare con regolarità i miei allenamenti e accedere alle strutture del Cus (Centro universitario sportivo) anche se devo farlo da solo, purtroppo, perché l’università non provvede anche alla guida». Quando si allena, infatti, Norbert ha bisogno di avere accanto un altro atleta che stia con lui e gli garantisca di muoversi in sicurezza: «Non è un compito particolarmente impegnativo – spiega – si tratta, di fatto, di allenarsi in compagnia». Rientrato a Bergamo da pochi mesi, per ora non è ancora riuscito a organizzare bene tutte le sedute di allenamento che gli occorrono per proseguire al meglio la sua attività agonistica nel triathlon: «Ho pubblicato un annuncio su Facebook, ho chiesto agli amici di passare parola. Spero di trovare persone che abbiano voglia di darmi una mano».

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