Ninnalana, sabato la festa alla Capanna
Le storie di tre nonni: ricordi ed emozioni

Siamo infatti alla vigilia delle premiazioni delle ninne nanne più belle, progetto ideato da Eppen con la collaborazione di Silvia Barbieri: l’appuntamento è per sabato 21 dicembre alle 15 davanti alla Capanna de L’Eco di Bergamo sul Sentierone o, in caso di pioggia, direttamente nella chiesa di San Bartolomeo. Ecco tre storie speciali di tre nonni che ci hanno invitato la «loro» ninna nanna.

La prima volta che l’ha ascoltata, era seduto sulle balle di fieno, nella stalla dove la famiglia si riuniva, tra il calore degli animali e il silenzio dell’inverno. «Avrò avuto 5 anni e ora ne ho 81, ma canto ancora questa ninna nanna ed è come se fosse la prima volta in quella stalla. Probabilmente ce l’ho nelle orecchie da quando sono nato».

Carlo Avogadri a Levate lo conoscono tutti: intorno ai trent’anni ha aperto un alimentari in paese con la moglie Leonice, dopo aver lavorato nei campi fin da bambino insieme alla famiglia: «Mio padre Felice è stato un contadino, un gran lavoratore. Avevamo della terra in affitto e lui si occupava anche di raccogliere il latte dalle stalle della zona. Ho iniziato a 5 anni nei campi, poi si andava a scuola. Il negozio è arrivato a 30 anni, io e Nice siamo partiti da una scatola di biscotti mentre adesso l’attività la portano avanti tre dei miei cinque figli: Valentino, Felice e Mario». Carlo ora ha i ricordi e i nipoti e proprio con Lorenzo di 3 anni interpreta per Eppen e L’Eco di Bergamo «Canta Giupì», rigorosamente in dialetto bergamasco: «Sono un uomo semplice, cresciuto col dialetto, “Canta Giupì” rappresenta le mie radici: ultimo di 12 figli, me la cantava mia madre Maria, le mie sorelle. Ora io la canto ai miei 16 nipoti, prima ancora ai cinque figli».

Giupì ricorda la storia della Cicala e la formica: «Giupì non ha voglia di lavorare e ha sempre fame. E almeno canta» dice la ninna nanna che in famiglia sanno tutti, proprio come a casa di Pietro Manenti di Osio Sopra, 87enne pensionato dopo 40 anni in Dalmine: ad Eppen ha mandato dalla sua cucina il video mentre canta «Bambino Bello Bello» e la moglie Maria Rosa è affaccendata ai fornelli. Scene casalinghe, angoli familiari per una ninna nanna che Pietro ha imparato a 12 anni in parrocchia: «Suor Crocefissa ce la insegnò per Natale, a noi bambini ma anche a tutta la comunità. La cantavamo nelle ricorrenze, è il mio ricordo d’infanzia che ho tramandato. Mia nipote Alice, insegnante della scuola materna Sorelle Cittadini della Marigolda, mi ha fatto andare dai bambini per insegnarla anche a loro: l’hanno ascoltata in silenzio, affascinati. L’hanno imparata subito». Anche perché Pietro ha una gran voce: «Canto in chiesa a Osio Sopra con il maestro Rino Chigioni, io canto sempre».

Perché i ricordi escono fuori con la musica, le parole si fanno più dolci, come quelle di «Ninna la nanna», canzone ideata da Ilvano Fornesi di Azzano San Paolo: «Quando ho saputo di questa iniziativa, ho creato un vero e proprio gruppo di lavoro – sorride -. Ho scritto il testo che nel video canta mia moglie Maurizia, accompagnata dal suo insegnante di chitarra Cristian Piazzoli. Dato che Maurizia non voleva essere ripresa, abbiamo coinvolto nostro nipote Francesco, 6 anni, che ha realizzato i disegni di quello che è diventato un libro illustrato grazie alla collaborazione delle educatrici del nido di Martinengo».

Un progetto di squadra, una rete di emozioni che ha messo in moto Ilvano, 64enne da poco in pensione: «Creare progetti è stato il mio lavoro di sempre, responsabile ai Servizi della Persona del Comune di Martinengo - racconta: -.Da padre che ha fatto addormentare i suoi figli Silvia e Matteo, qualcosa ne so. La mia ninna nanna vuole essere ludica e lieve, per accompagnare il piccolo verso Morfeo. Il tono si fa anche ironico e allora il bimbo dice ai genitori: “Ora dormite voi”». Appassionato Ilvano, modi garbati mentre sfoglia le pagine. Poi lo ammette: «Da papà ci provavo a farli addormentare. Maurizia però ci riusciva molto meglio».

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