«Nessuno si senta abbandonato nella nostra città». In Borgo Santa Caterina la processione con il vescovo - Foto

Ancora un momento saliente e molto intenso in Borgo Santa Caterina. Alle 20, sempre in santuario, canto dei vespri. Alle 20.30 la solenne processione nel Borgo, con l’antico simulacro dell’Addolorata, presieduta dal vescovo Beschi (il Comitato dei Festeggiamenti invita i residenti del Borgo ad addobbare balconi e terrazze) accompagnata dal corpo musicale di Almenno San Salvatore.

La processione - che lo scorso anno si era tenuta in modo limitato nell’osservanza di uno speciale protocollo anti-assembramento - è tornata, seppure lungo il percorso più breve, in modo regolare, passando lungo il tratto rinnovato di via Santa Caterina, con soste oranti davanti alla chiesa prepositurale e all’Accademia Carrara.

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Al termine, prima della benedizione eucaristica, preceduta dal tradizionale canto delle litanie lauretane, si è tenuta la riflessione del vescovo davanti alla colonna votiva del santuario alla presenza anche delle massime autorità cittadine e provinciali. La buona riuscita del momento liturgico, da sempre tanto partecipato, è stata resa possibile, oltre all’impegno dei volontari del Comitato dei Festeggiamenti dell’Apparizione, grazie al Comune di Bergamo, alla Polizia Locale ed alla Protezione civile, alle Forze dell’Ordine, Areu (Croce Rossa e Croce Bianca), gli alpini e i giovani volontari dell’associazione Ragazzi On the Road.

«Maria ci è stata affidata come Madre di tutti. L’orfanezza non è soltanto rimanere orfani di padre e madre, ma è anche sentirsi abbandonati, nella solitudine o sentirsi nulla. Nessuno si senta orfano e abbandonato nella nostra città. E la Chiesa vuole accogliere tutti, senza escludere nessuno, e vuole alimentare nella città questi valori insieme alla speranza» ha detto monsignor beschi nella sua riflessione. Il vescovo si è detto compiaciuto della partecipazione di tanta gente delle diverse età, dai bambini ai giovani, dagli adulti agli anziani e ha invitato i genitori «a raccontare ai bambini la storia del borgo che fa parte della città e anche dell’evento prodigioso che ha dato vita alla festa».

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