Cronaca / Bergamo Città
Domenica 13 Giugno 2021
Nel 1971 fondò l’Aido, ora Giorgio Brumat riposa nel Famedio del monumentale
Nella mattina di domenica 13 giugno la traslazione della salma del bergamasco nel luogo dove riposano le figure di maggiore prestigio per Bergamo e non solo.
Ricordo e riconoscenza sono stati i sentimenti ricorrenti, nella mattinata di domenica 13 giugno, alla traslazione al Famedio del cimitero monumentale di Bergamo della salma di Giorgio Brumat, fondatore nel 1971 del Dob (Donatori Organi Bergamo) che divenne nel 1973, sempre per sua iniziativa, Aido (Associazione Italiana Donatori Organi; oggi Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule). Una celebrazione molto sentita da Aido, che deve particolare riconoscenza al suo fondatore, per aver offerto l’esempio di come interpretare il ruolo di militanti in un’associazione di volontariato: disponibilità totale, assoluto disinteresse, cuore aperto ad accogliere senza esitazioni, la richiesta di aiuto di chi soffre e vede nel dono di organi una speranza di vita.
Nato a Valvasone, in provincia di Pordenone, Brumat viene oggi accolto tra le figure di particolare prestigio nazionale e internazionale della città di Bergamo, perché proprio qui vennero fondate prima Dob e poi Aido. Presenti alla cerimonia l’assessore Giacomo Angeloni e il parlamentare della Lega Daniele Belotti, mentre per l’Aido di presidenti nazionale Flavia Petrin, regionale Corrado Valli e provinciale di Bergamo Monica Vescovi.
«Sono trascorsi ormai cinquant’anni da quel settembre del 1971, quando all’oratorio del Monterosso, l’indimenticabile Giorgio Brumat lanciò la sua proposta – ha detto con commozione il cavalier Leonida Pozzi nel suo discorso iniziale – e quello che oggi si dà per scontato in realtà è stato il frutto di intuizioni geniali, addirittura profetiche, portate avanti con la fiducia delle grandi anime, quale fu sicuramente l’amico Giorgio Brumat, che si seppe fin da subito circondare di persone fidate e preziose. A lui, alla sua straordinaria intuizione germogliata dal suo profondo sentimento di umana solidarietà, noi oggi vogliamo dire il nostro grazie perché questa nostra associazione da lui è nata, è stata accudita, difesa e soprattutto amata».
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