Cronaca / Bergamo Città
Venerdì 18 Marzo 2016
Morte della dottoressa Cantamessa
Chiesto l’aumento di condanna
Si è svolto venerdì mattina in corte d’Assise d’appello di Brescia il processo a carico di Vicky Vicky, l’indiano condannato in primo grado a 23 anni e 20 giorni di carcere per duplice omicidio.
L’8 settembre 2013 a Chiuduno, nella Bergamasca, travolse con la sua macchina il fratello, che era a terra dopo un pestaggio, e la dottoressa Eleonora Cantamessa che si era fermata per prestare soccorso. «Un’eroina dei giorni nostri, un medico di grandissimo valore, protagonista di un atto di civismo ed eroismo. Non dimentichiamoci che è stata lei ad obbligare il suo amico a fermarsi per soccorrere il ferito», l’ha definita il procuratore generale di Brescia, Giampaolo Zorzi al termine del processo d’appello.
Zorzi ha chiesto l’aumento della condanna nei confronti di Vicky Vicky, l’indiano condannato in primo grado a 23 anni e 20 giorni di carcere per duplice omicidio. La richiesta di condanna è di 25 anni, un mese e 20 giorni. Il sostituto Pg ha chiesto che venga esclusa l’aggravante del rapporto di parentela tra l’imputato e una delle due vittime e allo stesso tempo di non accogliere l’attenuante della provocazione presentata dalla difesa di Vicky Vicky. La sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Brescia è attesa in giornata.
Di altro parere Benedetto Maria Bonomo, avvocato di Vicky Vicki che ha invece invocato l’assoluzione perchè il suo assistito «ha cagionato un evento diverso da quello voluto e per legittima difesa putativa». Avrebbe voluto cioè intervenire per difendere «il fratello che, in quel momento, era vittima di un’aggressione e non si sarebbe accorto che invece erano presenti i soccorritori».
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