Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 16 Marzo 2020
Misure per famiglie e lavoro, congedi e Cig
«Cura Italia»,stop licenziamenti per 2 mesi
Congedi parentali straordinari, cassa integrazione in deroga anche per chi ha un solo dipendente, aumento dei permessi per chi si prende cura di familiari disabili e integrazione al reddito per i lavoratori autonomi e i professionisti: sono alcune delle misure principali che il Governo ha messo in campo con il decreto Cura Italia approvato oggi per fare fronte all’emergenza coronavirus con un impegno in termini di risorse per la famiglia e il lavoro di circa 10 miliardi.
I datori di lavoro che sospendono o riducono l’attività lavorativa per eventi riconducibili all’emergenza epidemiologica da COVID-19, possono chiedere la cassa integrazione ordinaria nel caso siano tra quelle che la possono chiedere o l’assegno ordinario nel caso siano nei fondi di solidarietà e abbiano almeno cinque dipendenti, dal 23 febbraio 2020 per una durata massima di nove settimane (e comunque entro il mese di agosto 2020) con risorse stanziate per 1,34 miliardi. Ma potranno chiedere la cassa in deroga anche le aziende con meno dipendenti, anche con uno solo, sempre con un tetto di nove settimane. Questi sostegni al reddito non saranno considerati per raggiungere il limite di durata massima dell’ammortizzatore.
Possono chiedere la cassa in deroga anche gli enti religiosi civilmente riconosciuti mentre sono esclusi i datori di lavoro domestico.
Il decreto si occupa anche della perdita di reddito dei professionisti e dei lavoratori autonomi. Per i professionisti titolari di partita Iva attiva al 23 febbraio 2020 e ai lavoratori con rapporti di collaborazione coordinata e continuativa iscritti alla Gestione separata è riconosciuta un’indennità pari a 600 euro (170 milioni stanziati). La stessa indennità sarà riconosciuta ai lavoratori autonomi quali commercianti, artigiani e coltivatori diretti. Il Governo ritiene che possano essere interessati alla misura 3,6 milioni di lavoratori (oltre la metà dei quali commercianti) e ha stanziato per questo intervento 2,16 miliardi. Non è stato previsto nulla per il lavoro domestico ma è stato deciso un rinvio dei pagamenti dei contributi previdenziali (si pagheranno entro il 10 giugno).
Il Governo ha varato anche un congedo parentale speciale per venire incontro alle esigenze dei genitori lavoratori che devono prendersi cura dei figli a casa a causa della chiusura delle scuole almeno fino a 3 aprile decisa dall’Esecutivo per evitare la diffusione del contagio. Chi ha figli fino a 12 anni potrà chiedere un congedo parentale fino a un massimo di 15 giorni che prevede un’ìndennità pari al 50% della retribuzione e la contribuzione previdenziale figurativa. Per averlo però l’altro genitore deve lavorare e non essere né disoccupato né beneficiario di qualche altra misura di sostegno al reddito. In alternativa al congedo si può chiedere, sempre a partire dal 5 marzo, data di chiusura delle scuole, un bonus baby sitter di 600 euro (attraverso il libretto famiglia). Per medici, infermieri, personale socio sanitario, ricercatori e personale della Polizia di Stato con figli under 12 il bonus baby sitter arriva fino a 1.000 euro.
Si estendono inoltre per due mesi i permessi previsti dalla legge 104 per i lavoratori disabili e per quelli che assistono un familiare disabile con il passaggio da tre giorni al mese a 15 giorni al mese per i mesi di marzo e aprile. Per questi lavoratori è previsto anche un criterio di precedenza per l’accesso allo smart working.
Stretta infine sui licenziamenti per motivi economici. Per due mesi non sarà possibile fare licenziamenti collettivi né rescindere contratti individuali se la ragione è economica (sono sempre possibili i licenziamenti disciplinari). Tutele anche per chi è in sorveglianza attiva, cioè obbligato all’isolamento domiciliare, che avrà il periodo di assenza dal lavoro conteggiato come malattia e quindi pagato come tale ma, ha sottolineato la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, escluso dal periodo di comporto. Saranno protetti anche i lavoratori con malattia oncologica riconosciuta o immunodepressi che potranno stare a casa con il periodo considerato come ricovero ospedaliero.
I beneficiari del reddito di cittadinanza continueranno a percepire il beneficio ma saranno liberi per i prossimi due mesi dagli obblighi di condizionalità ovvero dalla disponibilità immediata al lavoro e all’attività per la comunità.
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