«Mio figlio autistico merita il diploma»
L’appello di una mamma al sindaco

Gli occhi di Patrizia Aleandri si illuminano mentre mostra la foto del suo bambino. Oggi Matteo ha 14 anni, ma ne aveva soltanto due quando ha accusato i primi sintomi di una malattia diagnosticata a sei anni, un disturbo dello spettro autistico, ossessivo compulsivo e un ritardo mentale lieve.

Patrizia ha dovuto lasciare il posto di lavoro per dedicarsi completamente a suo figlio, ritrovandosi un bel giorno accanto a lui seduta al banco, in una classe senza insegnante di sostegno. «Sì, perché la scuola non è stata in grado di dare un supporto continuativo a Matteo – racconta Patrizia – che ora raggiunta la terza media potrebbe non ottenere il diploma, bensì un surrogato, un certificato di competenza». È la notizia data alla famiglia all’inizio dell’anno scolastico. E così Patrizia esasperata si sfoga in una lettera aperta rivolta al sindaco Giorgio Gori pubblicata sul gruppo Facebook «Sei di Bergamo se». Racconta l’odissea di Matteo dall’inizio del suo percorso formativo ad oggi. Il primo anno delle elementari è trascorso regolarmente, ma già dal secondo la malattia si è aggravata costringendo la famiglia a togliere Matteo dalla mensa per ridurgli lo stress. Il terzo anno il bambino, sempre più fragile, è riuscito a frequentare solo la mattina e gli è stata affiancata per la prima volta un’insegnante di sostegno.

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