Mercato immobiliare e case in vendita
«Le cercheremo con verde e balconi»

La pandemia ha congelato le compravendite. Gli esperti: «Il mattone resterà un bene rifugio Il mercato sarà spinto da soluzioni con spazi esterni».

Tutti d’ accordo i rappresentanti delle maggiori associazioni di categoria degli agenti immobiliari nel dichiarare che il settore immobiliare sta vivendo una fase di sospensione, di fermo immagine, come del resto buona parte del sistema produttivo. «Il mercato immobiliare da circa un mese e mezzo ha abbassato la saracinesca, così come tutti i comparti economici, in attesa che ci sia una ripresa, seppur graduale - sottolinea Gianfederico Belotti, direttore responsabile dell’ osservatorio immobiliare di ValoreCasa&Terreni -. Ipotizzare un qualsiasi scenario post Covid-19 è improponibile, e chi si azzarda a farlo crea un allarmismo che è destinato a ripercuotersi negativamente su tutto il comparto dell’ edilizia. Comparto, è utile ricordarlo, trainante per tutta l’ economia del nord e, soprattutto, per quella bergamasca».

Al momento l’unica cosa certa è la contrazione delle compravendite, causa diretta dell’impossibilità di qualunque spostamento. In una situazione economica di incertezza globale, nessun’altra previsione sul futuro del mercato immobiliare è possibile. «Sicuramente stiamo vivendo una situazione che non può attingere a nessun metro di paragone - conferma Salvatore Ranucci, presidente Fiaip Bergamo -. Attenzione però che il mattone, i diamanti, l’oro e le materie prime hanno sempre rappresentato in tutto il mondo un bene rifugio per eccellenza. Il sogno di ogni italiano è proprio la casa e in questo momento d’ incertezza, gli immobili rappresenteranno ancora una volta l’alternativa d’investimento».

«Il mercato immobiliare sta vivendo una fase sospesa - conferma Oscar Caironi, presidente Fimaa Ascom Confcommercio Bergamo - e l’ unica cosa che possiamo dire con certezza è che ci sarà un contrazione delle compravendite, ma non è possibile esprimere nulla di più». Al tempo del coronavirus una cosa è certa, la casa ci protegge: «Non direi che questa pandemia ci ha costretto a stare chiusi in casa, piuttosto che la nostra casa ci ha tenuti al sicuro - commenta ancora Ranucci-. Va da sé che questo nuovo punto di vista probabilmente incoraggerà tante persone a rivedere il proprio patrimonio immobiliare, proprio a fonte delle nuove necessità abitative in casi come questo del Covid-19, molti vorranno vendere la propria per una casa a prova di pandemia».

«Si cercheranno spazi più ampi» «Abbiamo compreso quanto la casa non sia solo un bene rifugio, ma un bene indispensabile - ribadisce Caironi - un investimento e sacrificio di primaria e assoluta importanza che il bergamasco desidera, come un luogo dove far crescere e proteggere la sua famiglia. In questi giorni, trascorsi chiusi in casa a cercare conforto tra le nostre mura, abbiamo compreso quanto è, e sarà importante avere una casa confortevole, con spazi adeguati e con il valore aggiunto degli spazi esterni: giardini, terrazze e cortili. Cambierà la nostra visione sulla casa, e il modo di viverla, e andremo alla ricerca di nuove soluzioni. Anche per le case anni ’80 con giardino o terrazza che avevano poco appeal, ci sarà una ripresa di richieste».

«Prima, per una questione anche di prestigio e/o di comodità, si prediligevano le zone centrali, eravamo disposti ad accettare una dimensione ridotta per la comodità del centro - aggiunge Ranucci -. A bocce ferme, siamo convinti che se potessero tornare indietro, molti oggi sarebbero disposti ad uscire dal centro per un immobile più spazioso, con terrazzo vivibile o giardino, una piccola taverna, per la comodità di avere un locale pluriuso, o per entrare in casa direttamente dal box; molto probabilmente ora verranno valorizzati anche i quartieri appena fuori dal centro che prima erano penalizzati.

Non ultimo va ricordato che, a medio e lungo termine, gli immobili mantengono quasi sempre il proprio valore se acquistati al giusto prezzo, ovviamente ci sono e ci saranno delle flessioni dovute da questo stop forzato e a tutta una serie di fattori, ma è prematuro fare il funerale agli immobili, soprattutto a quelli dei bergamaschi».

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