Meningite, il ministro Speranza
«C’è un focolaio, ma i casi sono limitati»

Intervenuto a Radio Capital ha rassicurato sui casi di meningite avvenuti negli scorsi giorni nella bergamasca.

A proposito dei casi di meningite in Lombardia, Speranza dice che «c’è un focolaio nel territorio al confine fra Bergamo e la provincia di Brescia, ma con numeri limitati (parliamo di poche unità) e un’attenzione molto seria che sia la Regione Lombardia che l’Istituto Superiore di Sanità che tutte le altre istituzioni a partire dai comuni stanno mettendo in campo. C’è un lavoro serio, che in queste ore sta limitando la portata di quest’evento».

Continua intanto sul territorio provinciale la campagna di vaccinazione, a Grumello nella mattinata di mercoledì 8 gennaio, primo giorno di vaccinazioni, ci sono state code dalle 4 del mattino e alle 8 quando l’ambulatorio apriva c’erano già 400 in fila e i posti per la giornata erano esauriti.

Il ministro era intervenuto parlando dei casi di violenza avvenuti nei Pronto Soccorso: «La cosa che ci preoccupa di più sono i casi di violenza, dall’inizio dell’anno ci sono già svariati casi, e questo è oggettivamente inaccettabile». Lo dice in un’intervista a Circo Massimo, su Radio Capital, il ministro della Salute Roberto Speranza, parlando delle aggressioni degli ultimi giorni a personale di 118 e Pronto Soccorso. «Crediamo che lo Stato debba dare una risposta ferma, su diversi piani. Sulla città di Napoli una prima risposta è stata data dal ministro Lamorgese, quindi dal 15 gennaio ci saranno telecamere anche nelle ambulanze - aggiunge -. Poi c’è una norma, già approvata all’unanimità al Senato, che prevede l’inasprimento delle pene per chi usa violenza nei confronti dei camici bianchi. Decreto? Ho sentito la presidente della commissione Salute, sto provando a sollecitare una velocizzazione del percorso. Se dovessi rendermi conto che dinamiche politiche e discussioni allungano questo percorso oltre il consentito, a quel punto userei i poteri che la Costituzione riconosce al governo. Spero che il Parlamento possa essere autonomo nella sua deliberazione e possa nel giro di qualche settimana risolvere la questione e approvare una norma, anche valorizzando il voto all’unanimità al Senato. Se questo non dovesse avvenire - sottolinea il ministro -, siamo di fronte a una situazione di urgenza, e la Costituzione riconosce al governo il potere di intervenire, e io sono pronto a utilizzare questi poteri».

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