Cronaca / Bergamo Città
Venerdì 10 Gennaio 2020
Meningite, l’Istituto superiore di sanità
«Attenzione resti alta verso casi isolati»
Tutti i casi di meningite in Lombardia si sono verificati nella stessa area geografica nell’arco di un mese ma «poiché le autorità sanitarie stanno intervenendo in modo rapido e massivo, il focolaio può essere circoscritto evitando quindi un’epidemia su larga scala». Qui lo speciale di Bergamo Tv andato in onda giovedì 9 gennaio.
Tutti i casi di meningite in Lombardia si sono verificati nella stessa area geografica nell’arco di un mese ma «poiché le autorità sanitarie stanno intervenendo in modo rapido e massivo, il focolaio può essere circoscritto evitando quindi un’epidemia su larga scala». L’attenzione, però, «deve rimanere alta sia nel caso specifico del focolaio di Bergamo sia nel caso di eventuali casi isolati che si potrebbero verificare».A fare il punto sul focolaio da meningococco C verificatosi tra dicembre 2019 e l’inizio del 2020 nel Basso Sebino è l’Istituto Superiore di Sanità, sul portale online Epicentro.
Per condividere le attività intraprese, riporta l’Iss, che supporta la diagnosi e la genotipizzazione dei campioni, il 7 gennaio si è tenuta una riunione della task force attivata da ministero della Salute e con l’occasione è stata ripercorso il succedersi dei casi. Il primo ha manifestato i primi sintomi il 2 dicembre 2019 e la persona, deceduta il giorno successivo, non era vaccinata contro il meningococco di tipo C. Anche il secondo caso, non letale, apparteneva allo stesso genotipo del primo caso e la persona non risultava vaccinata: a seguito di questo, l’Agenzia di Tutela della Salute di Bergamo ha avviato la chemioprofilassi per i contatti stretti dei pazienti e una campagna di vaccinazione di massa nell’area interessata. Il terzo caso è stato segnalato il 21 dicembre 2019 ed è risultato positivo al meningococco C e allo stesso ceppo dei primi due casi. Il quarto caso ha manifestato i primi sintomi il 2 gennaio 2020 ed è deceduto il 3 gennaio, sempre per infezione da Men C. Il quinto caso registrato invece, non è correlato ai primi quattro essendo stato causato da meningococco di sierogruppo B.
«Tutti i casi si sono verificati nella stessa area geografica nell’arco di un mese ma poiché le autorità sanitarie stanno intervenendo in modo rapido e massivo il focolaio può essere circoscritto evitando quindi un’epidemia su larga scala – spiegano dall’Istituto Superiore della Sanità –. Bisogna tuttavia sottolineare che poiché il vaccino inizia ad avere efficacia dopo 15-20 giorni dalla sua somministrazione, potrebbero verificarsi nuovi casi fino a quando la vaccinazione della popolazione locale non cominci a dare i suoi effetti. È importante inoltre considerare che nel caso del meningococco la vaccinazione è particolarmente indicata come forma di prevenzione poiché nel caso di infezione i tempi tra l’esordio dei sintomi e lo sviluppo della malattia sono molto rapidi.
I dati della sorveglianza nazionale delle malattie invasive da meningococco mostrano che in Italia circola normalmente sia il meningococco di tipo C che il meningococco di tipo B (Men B). Sono infatti circa 200 i casi di meningococco registrati nel nostro Paese ogni anno. Il Men B (che colpisce maggiormente bambini e adolescenti) risulta il più diffuso seguito dal Men C (che colpisce prevalentemente giovani adulti e adulti). Dunque, nonostante la circolazione fisiologica dei batteri sia nota, quando ci si trova – come per il focolaio lombardo – di fronte a casi concentranti nel tempo e nello spazio è fondamentale che siano avviati interventi mirati e specifici di sanità pubblica.
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