Cronaca / Bergamo Città
Giovedì 17 Marzo 2022
Memoria e speranza. Su L’Eco di Bergamo di oggi uno speciale sul Covid, tra passato e futuro
L’inserto Su L’Eco di Bergamo di giovedì 17 marzo uno speciale inserto di 23 pagine, in occasione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di coronavirus.
Due anni, quattro ondate. Profondamente diverse, eppure ciascuna ancorata attorno a sentimenti e numeri, all’irrazionale del sentimento e alla fermezza dei dati. Dai primi tamponi positivi registrati il 23 febbraio 2020 e sino alle centinaia di infezioni ancora condensate nei bollettini quotidiani, ci sono i mattoni di una prima fotografia: i contagi ufficiali in Bergamasca sono stati poco meno di 200mila, cioè un bergamasco su cinque è dimostrato che abbiamo avuto il virus.
Su L’Eco di Bergamo di giovedì 17 marzo uno speciale inserto di 23 pagine, in occasione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di coronavirus. La memoria di cosa è successo in questi due anni, tutti i dati e le analisi, le interviste al mondo della sanità e ai testimoni del Covid. Le storie di chi si è ammalato e le testimonianze del mondo del volontariato e su tutta la rete sociale che si è attivata a Bergamo. Un focus anche sulla scuola, il mondo dell’imprenditoria, dello sport e della cultura.
Un inserto che parla di memoria e speranza:«Tante ferite ancora faticano a rimarginarsi - scrive il vescovo di Bergamo, monsignor Francesco Beschi -: la scomparsa di una generazione e la dura prova a cui sono state sottoposte le famiglie, la solitudine degli anziani e il disagio dei ragazzi, lo sconforto di tanti giovani e la desolazione di tante persone fragili, la precarietà del lavoro e le difficoltà economiche, le emergenze sociali e le situazioni di marginalità. Ma questo tempo ci ha riconsegnato anche un grande tesoro di umanità: la cura per i fratelli e la vicinanza ospitale, la forza resiliente delle famiglie e la gratuità di tante persone, la disponibilità dei giovani al servizio e un senso rinnovato di comunità e di fraternità.Ora avvertiamo la necessità di rileggere luci e segnali, di condividere la meta, di mettere a frutto l’esperienza, di pregare … di non sprecare il patrimonio di dolore e di amore che abbiamo accumulato».
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