Cronaca / Bergamo Città
Sabato 14 Settembre 2019
Medici di famiglia, penuria nelle valli
«Servono incentivi per le aree disagiate»
Un evento itinerante si è fermato a Olda di Taleggio: obiettivo è raccogliere le esigenze segnalate dai cittadini per arrivare, entro la fine dell’anno e attraverso il confronto con il governo, «a una nuova convenzione di medicina generale che possa rispondere ai bisogni della gente».
«Dobbiamo agevolare i giovani medici nel poter scegliere anche le aree disagiate». Altrimenti uno spopolamento, le nostre valli, lo rischiano pure sul fronte dei dottori di famiglia. Questi professionisti, infatti, sono in generale sempre meno, «e se uno ha l’imbarazzo della scelta, tenderà a preferire un ambulatorio con altri medici, dove c’è maggiore possibilità di avere del personale a supporto, piuttosto che una realtà dove c’è posto per un solo medico, che oltretutto dovrà dividersi tra più ambulatori a causa della poca densità della popolazione». La sintesi è a cura di Mirko Tassinari, segretario provinciale della Fimmg, il principale sindacato dei Medici di medicina generale.
C’era anche lui venerdì mattina in piazza Amilcare Arrigoni, nella frazione Olda di Taleggio: proprio qui infatti ha fatto la sua tappa bergamasca il camper di «#AdessoBasta», evento itinerante con il quale la Fimmg punta a raccogliere le esigenze segnalate dai cittadini, con l’obiettivo di arrivare, entro la fine dell’anno e attraverso il confronto con il governo, «a una nuova convenzione di medicina generale che possa rispondere a questi bisogni», spiega la segretaria regionale della Fimmg, Gabriella Levato. Anche lei era a Olda ieri, insieme al segretario nazionale Fimmg Silvestro Scotti, la segretaria nazionale per la continuità assistenziale (ex guardia medica) Tommasa Maio, il direttore generale dell’Ats Massimo Giupponi e Paola Pedrini per l’Ordine dei Medici.
«Per tutta la mattina c’è stato viavai di pazienti», racconta Tassinari. I medici hanno misurato pressioni e glicemie, ma soprattutto intervistato i presenti. «Non era una manifestazione di protesta, ma di ascolto».
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