Mattarella consegna le onorificenze
Pessina e Defendi al Quirinale

«Per il coraggio e l’altruismo con cui, a proprio rischio, sono intervenuti in soccorso dei passeggeri del velivolo privato che, nel settembre 2019, in provincia di Bergamo, è precipitato al suolo, prendendo fuoco». Questa la motivazione dell’onorificenza consegnata dal presidente Mattarella ad Angelo Pessina, 57 anni e Francesco Defendi, 55 anni.

Si è svolta lunedì mattina al Quirinale la cerimonia di consegna delle onorificenze dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, conferite «motu proprio» dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il 20 dicembre 2019, a cittadini distintisi per atti di eroismo, per l’impegno nella solidarietà, nel soccorso, nella cooperazione internazionale, nella tutela dei minori, nella promozione della cultura e della legalità, per le attività in favore della coesione sociale, dell’integrazione, della ricerca e della tutela dell’ambiente. È quanto si legge in una nota del Quirinale.

«La cerimonia - si legge in un comunicato - condotta da Eleonora Daniele, è stata aperta dalla proiezione di un filmato realizzato dalla Rai e si è conclusa con l’intervento del Capo dello Stato. Il Presidente Mattarella ha individuato, tra i tanti esempi presenti nella società civile e nelle istituzioni, alcuni casi significativi di impegno civile, di dedizione al bene comune e di testimonianza dei valori repubblicani».

Tra le persone premiate anche i bergamaschi Angelo Pessina, 57 anni e Francesco Defendi, 55 anni, Ufficiali dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana: «Per il coraggio e l’altruismo con cui, a proprio rischio, sono intervenuti in soccorso dei passeggeri del velivolo privato che, nel settembre 2019, in provincia di Bergamo, è precipitato al suolo, prendendo fuoco». Nel settembre 2019, Pessina, già ispettore della Polizia di Stato e Defendi, già dipendente di una società di costruzioni metalliche, hanno visto davanti all’Aeroclub Taramelli il velivolo privato Mooney M-20, appena precipitato al suolo.

«Nonostante le fiamme e il fumo intenso, hanno aperto le portiere e tirato fuori il pilota, Stefano Mecca, e le figlie Chiara e Silvia. Purtroppo, a seguito delle deflagrazioni, non sono riusciti ad estrarre la terza figlia, Marzia, che, incastrata tra le lamiere, già non dava segni di vita. A seguito delle ferite riportare, il 28 ottobre scorso, è deceduto anche il Signor Stefano Mecca» prosegue la nota del Quirinale.

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