Marilena, bloccata dalla sclerosi
«Ogni gesto ha un valore immenso»

«Non ti auguro un dono qualsiasi – scrive la poetessa tedesca Elli Michler –, ti auguro soltanto quello che i più non hanno. Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere; se lo impiegherai bene, potrai ricavarne qualcosa». Può sembrare bizzarro che sia una malattia a fare questo «regalo»: «Per me, invece – racconta Marilena Bonaiti di Calolziocorte, affetta da Sclerosi laterale primaria – è stato proprio così. Quando stai bene corri come una matta, devi pensare a mille cose, ma rischi sempre di perdere di vista quanto sia importante dedicarsi alle persone che hai accanto. Se non puoi fare questo, a che cosa serve lavorare molto per avere sempre di più, una casa più grande, una macchina più bella, abiti firmati?».

All’inizio soffriva di solitudine, poi si è resa conto che doveva reagire: «Casa mia – spiega – è diventata come la stazione Centrale di Milano, ho sempre qualcuno accanto: il fisioterapista, amici, parenti, vicini di casa. Le mie figlie non abitano più con me da tempo; ma mi sono comunque vicine. Nel complesso, nonostante tutto, continuo ad avere una vita molto intensa. Durante i ricoveri in ospedale - periodi intensi di riabilitazione - incontro moltissime persone e poi ci manteniamo in contatto, anche solo con qualche messaggio sui social network o con una telefonata ogni tanto. In questa seconda vita, arrivata dopo la malattia, c’è molto più spazio per il contatto umano. Ogni volta che perdo qualcosa, riesco a conquistare qualcos’altro. Sono comunque felice, ho imparato ad approfittare di ogni momento, di ogni incontro; ogni gesto assume un’importanza diversa e straordinaria. Credo che in fondo anche in questa condizione, con tutte le sue difficoltà, si possa offrire aiuto a chi sta bene, per esempio provando a far capire che cosa sia davvero importante. Il mio bicchiere forse non sarà più pieno, ma c’è comunque dentro qualcosa. Finché c’è anche soltanto una goccia non è vuoto.