Mapelli, nuovo procuratore: «Niente ferie
Devo smaltire le sentenze arretrate»

Niente cerimonie in pompa magna: il nuovo procuratore Walter Mapelli è arrivato a Bergamo in punta di piedi, giovedì 4 agosto alle dodici e un quarto, con la toga piegata in un sacchetto del centro commerciale.

Poteva attendere che si concludesse l’iter tradizionale che prevede, dopo la nomina ottenuta dal Csm (a giugno), una serie di passaggi formali fra cui la pubblicazione del provvedimento sul bollettino ufficiale. Ma c’era di mezzo l’estate e questo significava, probabilmente, rimandare l’insediamento a settembre. Troppo tardi, per Mapelli, che invece ha cercato e ottenuto la presa di possesso anticipata. «In effetti ci tenevo a insediarmi in estate, quando il lavoro dell’ufficio è in una fase relativamente più calma per iniziare a conoscere i colleghi e le cose da affrontare, per non perdere tempo ed essere pronti a ripartire con la ripresa a pieno regime delle attività». Tanto per cominciare, non andrà in ferie: «Magari un weekend lungo lo faccio - concede - ma ho chiesto di poter venire al più presto a Bergamo non certo per andare in vacanza. Intendo mettermi subito al lavoro».

C’è un punto critico che Mapelli intende affrontare e da subito: lo stato di sofferenza in cui versa l’ufficio esecuzioni, quello che si occupa degli adempimenti post sentenza. «Non ci sono dei veri e propri parametri standard con cui confrontarsi per capire se si è in linea oppure no, ma è evidente che se ci sono sentenze non eseguite datate 2015, qualcosa non va e bisogna intervenire. Me ne farò carico direttamente. Entro un anno, magari anche meno, spero di riportare la barca sulla linea di galleggiamento».

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