«Mamma, voglio un mondo più giusto»
In mille al corteo Italcementi - Foto e video

«Mamma, voglio un mondo più giusto». È lo striscione più toccante tra quelli esposti stamattina, venerdì 29 aprile, alla manifestazione nazionale dei lavoratori Italcementi - hanno partecipato circa in un migliaio (1.500 secondo i sindacati) - contro il piano industriale di Heidelberg Cement.

Lo striscione presentava disegni realizzati da una bambina di quattro anni e mezzo che ha raccolto l’invito della mamma che le aveva detto che in ufficio erano tutti tristi. È stato un corteo molto colorato, con bandiere, musica, palloncini, fischietti e fumogeni, che si è avviato da via Madonna della Neve verso le 10,15, ha attraversato il centro cittadino e si è concluso in via Camozzi, dove, davanti all’ingresso della sede Italcementi si è tenuto un presidio con un comizio. Il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, ha sottolineato: «Visto che la famiglia Pesenti ha assicurato che si impegnerà a aumentare le protezioni sociali per i lavoratori, attendiamo che questo si concretizzi», mentre l’assessore regionale Alessandro Sorte ha garantito che «la politica è unita nella vertenza Italcementi». La manifestazione si è sciolta verso le 13.

Qualche problema inevitabile al traffico, soprattutto in via Angelo Mai. Il corteo è arrivato in viale Papa Giovanni XXIII al ritmo di «Muoviti, muoviti» di Jovanotti, ma la circolazione in centro (in primis a Porta Nuova) era ferma. Non si è visto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, che aveva annunciato la sua presenza, a sostituirlo Sorte e con lui c’erano praticamente tutti i consiglieri regionali bergamaschi del Pirellone. Alla manifestazione hanno partecipato pure Gori, diversi parlamentari del Pd come Elena Carnevali, Antonio Misiani e Beppe Guerini, esponenti della Lega, come Daniele Belotti, segretario provinciale, del Movimento 5 Stelle, come il consigliere regionale Dario Violi e alcuni sindaci della nostra provincia. Ad aprire il corteo le donne Italcementi , ci sono lavoratori da tutto Italia, da Roma a Palermo. Stamattina dovrebbero essere rimaste ferme, in segno di protesta, tutte le cementerie del gruppo in Italia.

Prima che scattasse il corteo, Ivan Comotti, della Fillea-Cgil regionale, aveva scaldato i lavoratori chiedendo ancora l’impegno della famiglia Pesenti affinché siano preservati i posti di lavoro a rischio.

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