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Cronaca / Bergamo Città
Giovedì 07 Settembre 2017
Lotta al gioco azzardo, vincono i Comuni
«Dimezzate le sale slot entro il 2019»
I provvedimenti restrittivi rimarranno. Quindi la Lombardia e Bergamo potranno continuare la battaglia contro il gioco d’azzardo.
La trattativa tra Regioni e governo sulla regolamentazione del settore giochi è giunta a una conclusione: si aprono le porte a una nuova normativa nazionale, ma gli enti locali potranno mantenere i provvedimenti già adottati, comprese la distanza minima di 500 metri da scuole e oratori. Confermata anche la volontà di ridurre le slot da 400 mila a 265 mila entro il maggio 2018. «Per la prima volta lo Stato, dopo anni di incremento del gioco per ragioni di cassa, fa un passo indietro e riduce del 50%, entro fine 2019, il numero delle sale da gioco. Data la correlazione strettissima tra capillarità dell’offerta e volume di gioco questo è un fatto di grande importanza». Lo ha sottolineato il sindaco di Bergamo Giorgio Gori al termine della Conferenza Unificata straordinaria di giovedì. «La qualificazione delle sale da gioco e la relativa tutela dei minori è un altro risultato importante», ha aggiunto. «Moltissimi sono oggi i minori che giocano, ma da oggi l’ingresso sarà permesso solo tramite carta d’identità e tessera sanitaria. Certo non è la soluzione di tutti i problemi - ha concluso il primo cittadino lombardo - ci ripromettiamo di intervenire quanto prima anche sul tema della pubblicità».
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«È il caso di dire finalmente. Abbiamo finalmente raggiunto l’intesa sul riordino del settore del gioco d’azzardo. Un riordino che afferma il potere dei Comuni di stabilire orari di apertura delle sale e distanze minime da scuole, chiese e oratori. Ci fa piacere che questo ulteriore tempo abbia consentito alle Regioni di attestarsi su questa posizione. Cosi’ il sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro al termine dei lavori della conferenza unificata. «Come sindaci- spiega- abbiamo ottenuto quello che volevamo, quello che le nostre comunita’, le associazioni attive sul territorio, la rete del sistema sociale che ha a che fare ogni giorno con la ludopatia, ci chiedevano. Lo sintetizzo in tre punti essenziali: si dimezzano in tre anni i punti gioco e le macchinette più vecchie vengono rottamate e solo in parte rimpiazzate con altre collegate direttamente con i Monopoli di Stato; noi sindaci decidiamo le fasce orarie di chiusura, fino a sei ore consecutive al giorno, di queste attività e imponiamo la loro distanza da tutti i luoghi che riteniamo sensibili, come scuole e chiese; aumenta lo standard di qualità e sicurezza dei punti gioco nei quali dovranno essere assicurati accesso selettivo, tramite l’identificazione con documento del giocatore, e la videosorveglianza, non potranno essere esposte immagini eccessive che inducano al gioco, e il personale dovra’ essere formato anche sul contrasto al gioco d’azzardo».
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