Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 05 Giugno 2017
Lo spettacolo delle aquile
Sono trenta sulle Orobie - Foto
Sono una quindicina le coppie e con questo numero le nostre montagne sono «al completo». L’esperto: hanno bisogno di spazio. Il fotografo Midali: un piccolo rumore e non le ho più viste per un anno.
Dici aquila reale e pensi subito alla regina incontrastata delle montagne, un incontro che è il sogno di ogni escursionista. Lo spettacolo, quando capita di vederlo, si consuma generalmente in pochi secondi prima che l’aquila scompaia al nostro sguardo. Ma è uno spettacolo che, per chi frequenta le nostre montagne, non è così inconsueto visto il buon numero di esemplari distribuiti sulle nostre Orobie, come conferma Daniele Carrara, sovrintendente del servizio di Polizia provinciale di Bergamo. «Sul nostro territorio montano nidificano una quindicina di coppie e la loro distribuzione è da ritenersi abbastanza uniforme. Agli occhi dei meno esperti potrebbe sembrare un numero esiguo, ma non lo è affatto: il territorio di caccia dell’aquila è molto vasto, di poco inferiore ai 200 chilometri quadrati, e per ovvi motivi legati alla convivenza questi areali possono sovrapporsi in maniera molto limitata».
Chi frequenta abitualmente la montagna sa che non esiste un paese, un luogo, dove vi sia maggiore probabilità di vederla: «Basta alzare gli occhi al cielo – dice ancora Carrara – e, se si è un poco fortunati, la si può scorgere mentre volteggia compiendo un classico movimento a spirale verso l’alto. L’areale dell’aquila è talmente vasto che in pochi istanti un esemplare avvistato in Presolana può raggiungere l’Alben o l’Arera. Paradossalmente gli inverni con precipitazioni più abbondanti ne favoriscono la sopravvivenza, poiché rendono più difficoltosa la ricerca del cibo da parte di camosci, caprioli e stambecchi che risultano quindi più vulnerabili. Il loro travolgimento nelle valanghe è un altro fattore che favorisce il rapace». Nel periodo estivo la dieta della «regina» si orienta invece sulle marmotte che, stando agli studi, sono visibili al suo occhio da una distanza superiore al chilometro.
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