Licei e superiori in classe dal 18 gennaio
Lombardia, la protesta degli studenti

Gli studenti di licei e scuole superiori torneranno sui banchi, in presenza al 50%, fino al 75%, dal 18 gennaio se in zona gialla e arancione.

I ragazzi delle scuole superiori delle Regioni gialle e arancioni torneranno a scuola lunedì 18 gennaio almeno al 50% della presenza: è quanto prevede il nuovo Dpcm firmato venerdì 15 gennaio dal premier Conte. Nelle Regioni «rosse» (come la Lombardia ndr) i ragazzi rimarranno a casa dalla seconda media a seguire la didattica a distanza. Questo fatte salve ordinanze regionali. Il nuovo Dpcm entrerà in vigore da sabato 16 gennaio e fino al 5 marzo.

Intanto proseguono le proteste degli studenti: nella mattinata di venerdì 15 gennaio hanno fatto lezione «in presenza» con i banchi fuori da scuola alcuni studenti del liceo artistico Manzù di Bergamo. Nei giorni scorsi proteste pacifiche anche degli studenti del liceo Sarpi e del Mascheroni.

Nella giornata di oggi (venerdì 15 gennaio) si scioglierà anche il nodo per gli studenti lombardi: tutto dipenderà dal colore in cui si troverà a essere la regione Lombardia per le prossime settimane, dopo il nuovo monitoraggio della cabina di regia e la conseguente ordinanza ministeriale. Se la regione sarà rossa, come pare, gli studenti delle superiori e quelli delle seconde e delle terze medie seguiranno le lezioni da casa, in Didattica a distanza. Se la Lombardia finirà arancione, allora anche gli studenti delle superiori (oltre a quelli delle medie) potranno tornare in classe da lunedì, 18 gennaio. È l’effetto della decisione del Tribunale amministrativo regionale di Lombardia, che ha sospeso l’ordinanza della Regione che prevedeva Didattica a distanza al 100% fino al 24 gennaio.

Nella Bergamasca questo significherebbe il ritorno al modello con due ingressi (uno alle 8 e uno alle 10) e almeno tre turni di uscita differenti. Per le percentuali di alunni ammessi alla frequenza invece si attendono maggiori indicazioni, che saranno contenute nel prossimo Dpcm. Sul tema è intervenuto anche il virologo Fabrizio Pregliasco: «È chiaro che la ripresa della didattica in presenza, per il volume di spostamenti che c’è intorno, rappresenta un elemento di preoccupazione. Va valutata la situazione contingente così come le attività svolte dalle prefetture, che spero abbiano realizzato al meglio quanto previsto, predisponendo orari di entrata e uscita diversificati, l’aumento del numero dei bus e frequenza delle corse». La riflessione si è poi concentrata su Regione Lombardia, dove «abbiamo individuato nella fascia di età 14-18 anni l’inizio della seconda ondata, dunque gli anticipatori della successiva diffusione del virus alle altre fasce di età. Presumibilmente, la scuola è un luogo non a rischio. È anche chiaro che l’apertura della scuola, in considerazione di tutto quello che ruota intorno al movimento dei ragazzi, è un elemento di notevole rischio, per cui è difficile individuare la responsabilità stringente della scuola o del contesto esterno. Di fatto orari scaglionati diversificati e potenziamento trasporti sono elementi importanti per ridurre il rischio».

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