Cronaca / Bergamo Città
Sabato 02 Maggio 2020
Lezioni metà a scuola, metà a casa
Il piano del ministro per settembre
Il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina ipotizza una didattica mista.
A settembre si tornerà sui banchi di scuola e si seguiranno le lezioni per metà del tempo in classe e per metà online. Ma senza raddoppi o smembramenti: gli alunni che restano a casa seguiranno le lezioni con i loro compagni ma collegati al computer. E si alterneranno nei posti sui banchi, nel corso della settimana, per evitare l’affollamento nelle scuole. E’ stata la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina a spiegare come funzionerà la «didattica mista» al momento della ripresa dell’anno scolastico. «A settembre si deve tornare a scuola, gli studenti hanno diritto di tornare a scuola» e questo vale anche «per le scuole elementari», ha detto sottolineato la ministra in un’intervista a Skytg24.
Un’indicazione su come riaprire la scuola a settembre arriva intanto anche da uno studio del Politecnico di Torino. Ingressi e uscite scaglionati a intervalli regolari di tempo, per evitare gli assembramenti, attività all’aperto e teledidattica, e soprattutto dimezzamento del numero di alunni per classi con turnazioni. Uno studio che sarà testato già dalla prossima settimana in sette scuole del Piemonte, cinque delle quali a Torino.
«Non abbiamo mai parlato di doppi turni» per la ripresa della scuola a settembre, chiarisce Azzolina spiegando che l’ipotesi è quella di dividere le classi: «la metà degli studenti per metà settimana» andrebbe a scuola, poi l’altra metà, e comunque si terrebbero sempre gli studenti che sono a distanza «collegati, così la socialità resta». «Non possiamo far tornare gli studenti a scuola con 28-30 persone per classe. Io ho sempre fatto una battaglia contro le classi-pollaio», ha aggiunto. Il 4 maggio «piano piano l’Italia riaprirà» ma non sarà «un libera tutti», “vedremo che cosa accadrà nelle prossime due settimane».
Sul problema della dispersione scolastica, la ministra ha sottolineato che, al di là dell’emergenza sanitaria, l’Italia già era «fuori ogni media, sto lavorando perché non aumenti. Nessuno studente deve rimanere indietro».
La ministra Azzolina ha confermato infine che c’è un piano per aiutare le famiglie con bambini: la possibilità attraverso gli enti locali e il terzo settore, ma nelle strutture scolastiche, di fare centri per bambini ora che i genitori dovranno tornare a lavorare. L’ipotesi è di organizzare gruppi di 4-5 bambini. Ma l’idea deve ancora essere valutata dal Comitato Tecnico Scientifico.
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