Legge anti moschee ko, la Regione:
«La rifaremo, questione di sicurezza»

Dopo la bocciatura - martedì 23 febbraio - per parola della Consulta della cosiddetta legge «anti moschee», sono state moltissime le reazioni in Regione Lombardia. Reazioni naturalmente molto critiche della maggioranza e positive da parte del centrosinistra.

La Regione Lombardia, dopo la bocciatura dalla Consulta della cosiddetta legge «anti moschee», si doterà comunque di una legge sulla costruzione dei nuovi luoghi di culto perché è «una questione di sicurezza». Lo ha affermato in una nota l’assessore lombardo alla Sicurezza Simona Bordonali.«Si tratta di una questione di sicurezza: capiamo che il Governo italiano - ha aggiunto - non sia particolarmente sensibile al tema, ma i lombardi sanno fare da soli, basterebbe che da Roma non ci fosse alcuna ingerenza». «Il ministro dell’Interno Angelino Alfano chiarisca la propria posizione, visto che il partito di cui è segretario ha votato questa legge, mentre - ha concluso Bordonali - il Governo di cui fa parte l’ha impugnata. La Lombardia ha bisogno di chiarezza».

«Sono basita e molto costernata nel dover commentare una sentenza che, di fatto, apprendiamo solo a mezzo stampa. Infatti, a oggi, Regione Lombardia non ha ricevuto comunicazioni sull’esito dell’udienza». Lo ha sottolineato l’assessore al Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo di Regione Lombardia Viviana Beccalossi, relativamente al «Pronunciamento della Corte costituzionale in merito alla legge regionale sui nuovi luoghi di culto». «Mi sorprendono i metodi - ha continuato l’assessore Beccalossi -. La forma per me è sostanza: stiamo parlando della Corte Costituzionale e di come si rapporta con Regione Lombardia che, lo ribadisco, sulla decisione della Corte non è stata minimamente informata. Tanto meno sono stati depositati gli atti».

«Resta comunque inteso - ha detto ancora l’assessore - che Regione Lombardia conferma le ragioni per le quali si è dotata di questa legge, una legge urbanistica che regolamenta i nuovi luoghi di culto, moschee comprese, così come altre leggi regionali regolamentano altri settori. I tempi cambiano e molte volte, come nel caso della Legge 12 del 2005 sul Governo del territorio, sono necessarie delle revisioni. E, in casi come quelli dei luoghi di culto, si è intervenuti su una materia nuova. Ricordo comunque - ha aggiunto Viviana Beccalossi - che la Legge 12 prevede già una serie di regole anche per l’apertura di nuovi luoghi di culto chiare, precise e puntuali che tutti devono rispettare».

«L’intento di Regione Lombardia nello stilare la nuova Legge sulla quale si è appena pronunciata la Corte Costituzionale - ha specificato Viviana Beccalossi - era quello di garantire maggiore sicurezza per i cittadini lombardi, grazie anche all’installazione di telecamere per la video sorveglianza e all’obbligo di parlare in italiano. Aspettiamo ora le motivazioni della Corte Costituzionale ma l’intento di Regione Lombardia - ha concluso l’assessore - resta quello di tutelare i propri cittadini. Un’eventuale prossima legge lombarda in materia manterrà questo obiettivo».

Di prima mattina era arrivato il tweet polemico del presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni: «La Consulta ha bocciato la nostra legge che regolamentava la costruzione di nuove moschee. La sinistra esulta: Allah Akbar».

«Consulta islamica, non italiana. È complice dell’immigrazione clandestina». Così il leader della Lega, Matteo Salvini, ha commentato la decisione della Consulta di bocciare la legge regionale lombarda anti-moschee.

«L’avevamo detto e non era difficile. Di fronte a una legge che viola così palesemente un principio sancito dalla Costituzione, la Consulta non può che prenderne atto e respingerla al mittente. Il furore ideologico della Lega contro la libertà di culto, con la complicità succube degli alleati, ha prodotto una norma giuridicamente insostenibile oltre che incivile. E oggi davvero preoccupano le reazioni scomposte di chi, a partire dai vertici padani, attacca pesantemente e senza mezzi termini l’organo di garanzia del nostro sistema costituzionale». L’hanno dichiarano Lucia Castellano e il bergamasco Roberto Bruni, capogruppo e consigliere regionali del Patto Civico, dopo che la decisione della Consulta.

«Salvini oggi spara a zero sulla Consulta per cercare di far dimenticare lo scandalo delle tangenti nella sanità lombarda. Fossi in Salvini, che va in giro per campi Rom a Roma a fare campagna elettorale invece di stare a Bruxelles a lavorare, spiegherei piuttosto ai cittadini cosa sta succedendo al Pirellone e come mai non si è accorto di nulla. Perchè il problema del Paese è la corruzione, che blocca la crescita, la competizione e danneggia i bravi cittadini italiani. Altro che moschee. Salvini stia tranquillo: i cittadini lombardi non dimenticano questi scandali». L’ha rimarcato Gianfranco Librandi, deputato di Unione Italiana iscritto al gruppo di Scelta Civica.

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