«Le Orobie hanno tutte le carte per sfondare. Ma serve un unico brand»

Inchiesta Terre Alte . Nuova puntata su L’Eco di Bergamo in edicola lunedì 21 agosto.

Dalle Orobie al mondo. Dal mondo alle Orobie. Silverio Pezzoli è uno di quegli imprenditori con gli artigli radicati al suo territorio e lo sguardo aperto ad orizzonti più ampi. Classe 1965, originario di Ardesio, è proprietario delle aziende Tecnoarreda e Homexence, entrambe con sede sull’altopiano di Clusone e Rovetta. Con la prima, aperta nel 1988, si occupa di progettazione di interni e di arredi creativi, con la seconda, attiva dal 2002, di arredamenti prodotti in serie.

Lavora in zona – sta progettando, per esempio, l’hotel a 5 stelle che nascerà a Clusone –, ma anche all’estero, in primis in Svizzera. Qui ha anche un’altra azienda che in Engadina si occupa di interior, dalla progettazione al chiavi in mano di ville di calibro. Nel 2017 Silverio ha dato vita, insieme ad altri due soci fondatori, ad Orobiestyle, associazione di imprenditori (oggi sono circa 130) che ha in serbo grandi progetti per lo sviluppo strategico del territorio.

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Pezzoli, qual è il percorso che l’ha portata qui?

«Lavorando in Engadina mi sono chiesto spesso che differenza ci fosse tra le Orobie e la Svizzera: a livello ambientale e paesaggistico non abbiamo nulla da invidiare. Anzi, abbiamo valori aggiunti, come la presenza dell’aeroporto a due passi dalla destinazione turistica, che è un caso quasi unico. Altro nostro vantaggio è l’abbinamento tra lago e montagna: abbiamo due bacini fantastici, il lago d’Iseo e il lago di Endine, vicini alla montagna. La nostra riflessione è stata: possiamo far diventare le Orobie una destinazione turistica?».

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Il turismo in zona non è certo una scoperta recente. Cosa c’è di nuovo nella vostra visione imprenditoriale?

«Non si tratta di ragionare a livello di singolo paese, di valle o di lago. Il nostro concetto è fare delle Orobie, a tutto tondo, una destinazione turistica. Serve un lavoro di acquisizione dei valori che caratterizzano questo territorio perché abbiamo veramente tanto da offrire. Da qui può nascere l’idea di un unico brand da proporre soprattutto all’estero. Proprio in Engadina ho compreso il valore aggiunto di portare gli stranieri come ospiti: dilazionano le vacanze in 7 o 8 mesi all’anno, non solo ad agosto come avviene per lo più adesso, e prolungano la loro permanenza per periodi lunghi. Si tratta di un indotto che può occupare il 60/70% della capienza delle strutture».

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