La lettera: ai tempi del coronavirus
coltiviamo di più la virtù della pazienza

Un lettore ci ha scritto una bella lettera che pubblichiamo: parla della pazienza, virtù assolutamente fondamentali ai tempi del coronavirus.

«E siamo a metà Quaresima e al primo mese dell’«Era coronavirus» (era il 22 febbraio quando si spargeva la voce del focolaio in quel di Codogno e Vo Euganeo e la domenica successiva già iniziavano le restrizioni: no al carnevale). Pregando e pensando anche oggi mi viene donato un altro regalo: la PAZIENZA».

«Sì, dopo un mese e due, tre, quattro diversi e complementari decreti sempre più restringenti, dopo la chiusura delle scuole a data da destinarsi e l’#iorestoacasa , dopo i Rosari e le messe in streaming, dopo i canti dai balconi, gli applausi a forze dell’ordine a medici infermieri e operatori e protezione civile e persino ai politici, dopo i camion militari e i tanti contagi e i troppi morti ...e tanto altro che ci ha mobilitato tutti e a tutti ha cambiato il quotidiano vivere...dopo tutto questo ...oggi mi viene regalata la PAZIENZA».

«Sì, un altissimo valore da vivere! Da oggi inizia il tempo, un secondo mese (speriamo basti) da vivere nella PAZIENZA.

PAZIENZA che è attendere che qualcosa cambi.

PAZIENZA che è non domandarsi quando finirà.

PAZIENZA che è non intervenire, non è il tuo momento.

PAZIENZA che è patire, soffrire in silenzio lasciando fare.

PAZIENZA che è passione di fare ...quello che devo fare.

PAZIENZA che è concentrarsi sul proprio ruolo.

Se sono marito o moglie mi dedicherò a mia moglie e mio marito.

Se sono un lavoratore dei settori ancora permessi...mi dedicherò a fare quello con tutte le accortezze.

Se sono un figlio mi dedicherò a fare il figlio stando con mamma e papà in casa o via telefono.

Se sono un maestro mi dedicherò a fare il maestro da casa contattando i miei alunni.

Se sono un medico o infermiera mi dedicherò a lavorare negli ospedali con molta attenzione e premura.

Se sono una mamma o un papà, mi dedicherò alla casa e ai figli.

Se sono un volontario mi dedicherò ad alleviare le preoccupazioni o le incombenze delle persone.

Se sono un politico mi studierò e dedicherò a trovare le soluzioni più idonee.

Se sono un nonno o una nonna penserò ai nipoti alle figlie chiamandole o almeno pensandole.

Se sono un cittadino rispetterò i divieti e le regole.

Se sono un consacrato mi dedicherò alla preghiera solitaria per tutti.

PAZIENZA è questo i valore che mi viene regalato oggi; ed oggi inizia il tempo della PAZIENZA che ci invita tutti a viverlo con pazienza ...ognuno al meglio vivendo al meglio il suo ruolo la sua posizione il suo status sociale...

PAZIENZA è un VALORE altissimo, direi oggi la nostra unica MEDICINA...il tempo sarà lungo solo la PAZIENZA del vivere quotidiano ognuno per quello che è ci GUARIRÀ...

Mi viene in mente la cartolina delle donne, degli anziani e dei bimbi nei cortili delle nostre cascine di paese durante la guerra..mentre al fronte si combatteva ...loro sistemavano casa, raccoglievano il fieno, giocavano nel cortile, preparavano da mangiare, lavavano le lenzuola, mettevano cibo nella dispensa, pregavano il rosario, cucivano abiti nuovi o rammendavano...mentre al fronte morivano mariti, uomini, giovani...

Non si chiedevano tutti i giorni quando finirà o cosa succederà...con PAZIENZA facevano il loro essere al meglio...Perchè?

Perché sapevano (o speravano ardentemente) che prima o poi la guerra sarebbe finita e sapevano e se lo sentivano che al ritorno i loro uomini desideravano trovare letti e lenzuola puliti, bimbi cresciuti, covoni impilati, orti coltivati, cibo in tavola, mogli curate...segno rispettoso e amoroso che anche a casa ognuno di loro aveva fatto la sua parte con PAZIENZA.

OGGI È TEMPO DI PAZIENZA, CURIAMOCI CON QUESTA MEDICINA e quando tutto sarà finito ognuno di noi potrà dire: anche io con PAZIENZA ho fatto la mia parte al meglio».

Alberto Signorini, Almè

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