Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 06 Febbraio 2017
Lavorare più di 39 ore a settimana
non fa bene alla salute fisica e mentale
Lavorare troppo fa male? Uno studio australiano, pubblicato sulla rivista Social Science & Medicine, sostiene che lavorare più di 39 ore a settimana mette a rischio la propria tenuta, fisica e mentale. Ma c’è differenza tra uomini e donne.
Troppe ore di lavoro consumano mente e fisico, è un fatto risaputo ma cercare di stabilire un tetto oltre il quale è meglio no andare certo non è impresa facile. Ci ha provato un team di ricerca della Australian National Universityche ha analizzato i dati estrapolati da un’indagine sulle dinamiche tra lavoro, salario e attività domestiche condotta su 8 mila adulti australiani. Gli scienziati suggeriscono che per mantenere uno stile di vita salutare non bisognerebbe lavorare più di 39 ore a settimana, scarse otto ore di lavoro per i giorni feriali (dunque sabato e domenica esclusi), soprattutto considerando che al di fuori dell’impiego retribuito si svolgono altre attività, in primis per la cura domestica. Il limite individuato, osservano i ricercatori, è più basso di quello di 48 ore stabilito dall’Ilo a livello internazionale per il lavoro industriale quasi un secolo fa.
«Troppe ore di lavoro consumano la salute mentale e fisica di una persona», spiega il coordinatore dello studio, Huong Dinh, perché tolgono tempo «al mangiar bene e al prendersi cura di sé in modo adeguato». Spesso però si lavora anche molto di più. Due australiani su tre, secondo quanto rilevato, con impiego full time lavorano più di 40 ore a settimana. Secondo la professoressa Lyndall Strazdins, coautrice dello studio, la quantità di tempo inoltre non definisce la qualità del lavoro svolto. Le donne più a rischio degli uomini - Secondo i ricercatori vanno fatte anche delle differenze di genere. Dall’indagine è emerso che i lunghi orari di lavoro sono un problema maggiore per le donne rispetto agli uomini, perché è il gentil sesso che svolge generalmente più attività domestiche. Extra lavoro non retribuito che porta per le donne la «soglia» settimanale ideale di lavoro a 34 ore, mentre per gli uomini potrebbe arrivare a 47 senza impegni in faccende domestiche. Solo quando il tempo è «svincolato» da altre attività il divario di genere si assottiglia e la «soglia» - per entrambi i sessi - si avvicina al limite di 48 ore settimanali, dicono gli esperti. «Nonostante il fatto che le donne, in media, siano qualificate come gli uomini, le lavoratrici sono meno retribuite e hanno meno autonomia dei colleghi maschi. E inoltre impiegano più tempo nella cura della casa», afferma Dinh.
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